Dentro me

La saggezza delle vespe

25.10.2018 02:00
Oggi più che mai siamo tutti catalogati, esaminati, controllati, psicanalizzati dai veri padroni che governano il mondo, che non sono i presidenti delle nazioni ma gli uomini a capo delle grandi multinazionali e non per il nostro bene ma solo per il marketing, perché devono venderci le...

Eccellenze traballanti

10.10.2018 03:03
Oggi è stato l'anniversario del disastro del Vajont, sono passati 55 anni, una delle tante tragedie italiane annunciate. Ogni anno, ci sono alluvioni, terremoti, frane, ponti che vengono giù, scuole ed edifici costruiti con materiali scadenti che crollano e ormai non ci facciamo quasi più caso....

Per un 2018 pieno di salute amore e TEMPO

04.01.2018 07:20
Finalmente riesco a sentire il tic tac delle lancette, è notte e tutto sembra scorrere più lentamente... ma non è così, il tempo non è nient'altro che la dimensione con cui si misura il trascorrere degli eventi, è semplicemente fredda matematica e io ho sempre avuto dei grossi problemi con la...

Wild Bus

18.10.2017 01:57
Ciao Marco Mathieu, quando riaprirai gli occhi, vedrai quante persone hanno sentito il bisogno di raccontare un aneddoto vissuto con te o che ti riguarda. Ci vorrà almeno una settimana per leggere tutti i messaggi che i tuoi amici ti hanno mandato in questi mesi. Questa notte il cielo è sereno,...

Il popolo del web

30.06.2017 01:58
Non frequento più molto facebook, un po' di anni fa lo trovavo più interessante, poi sono arrivate le bufale, le notizie incredibili, le pagine acchiappalike, quelli che fanno i post in stampatello che iniziano sempre con le tre croci +++ Appena apro fb e vedo nella home queste cose mi viene subito...

Entrare di sera in una casa vuota

11.02.2017 21:25
Entrare di sera in una casa vuota mi lascia un senso di sconfitta. Rumori ovattati di tv accese arrivano dagli appartamenti vicini, individui che hanno terminato la cena e finalmente si rilassano, orgogliosi di aver interpretato perfettamente il ruolo assegnato loro di persone normali, magari fra...

L'anno in cui il Natale arrivò a luglio

29.12.2016 03:01
Dirò una cosa che a molti sembrerà incredibile: a me George Michael non è mai piaciuto. E' scontato dire che mi spiace per la sua morte prematura. Sto parlando solo del mio punto di vista musicale. Non ho mai dato una particolare importanza alla tecnica musicale o vocale che oggi, soprattutto...

L'ipocrisia delle fiaccolate

01.07.2016 23:53
Ogni giorno si sentono notizie di violenze che sconvolgono piccoli comuni dove si conoscono tutti, posti tranquilli, dove non succede mai niente. Come reazione gli abitanti indignati reagiscono sempre con una fiaccolata. Di più non si può sperare, pensano di sconfiggere i mali con questo teatrino....

Il mendicante

27.12.2015 21:32
Tempo fa ho visto un servizio in un programma televisivo in cui una telecamera nascosta riprendeva un mendicante che chiedeva l'elemosina. Era un finto invalido, infatti quando pensava che nessuno lo stesse guardando, si alzava tranquillamente e incominciava a camminare senza problemi. Alla fine...

Morte di una sconosciuta

17.04.2014 03:57
Venerdì mattina è successa una cosa strana, ero in ufficio e subito dopo aver appreso, da una collega questa notizia, mi sono sentito stringere il cuore, la vista mi si è annebbiata e stavano per venirmi le lacrime, avevo la sensazione di avere un mattone in gola che non andava giù. Mi sono...
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Blog

Una nuova giornata in quella che tutti chiamano realtà

11.10.2018 03:13

Ci sono giorni in cui il risveglio è un'esperienza inusuale, sgradevole come un'interferenza su una trasmissione radio o una buca presa viaggiando in piena velocità in autostrada. Provo una sensazione di disorientamento e solo dopo pochi istanti capisco che è la sveglia ad aver ucciso la mia realtà parallela.
Un vero e proprio omicidio e dopo poco tutto svanisce, evapora, si scioglie e si dissolve rapidamente, sempre più velocemente. Con tutte le mie forze cerco di inseguire il sogno che mi abbandona ma non riesco più a raggiungerlo e vengo catapultato nella realtà.. o almeno in quella che tutti chiamano realtà. A volte ho l'impressione di aver provato la vera essenza della vita proprio quando il mio corpo era immobile sul letto e io vivevo da un'altra parte e mentre mi svegliavo, sentivo che stavo per abbandonare un'altra dimensione.
Il passaggio dal sonno alla veglia per me avviene quasi sempre con un trauma. Faccio fatica ad addormentarmi, spesso cerco di resistere il più possibile perché quando mi abbandono non so dove andrò a finire però sono consapevole che il viaggio di ritorno sarà duro. Al risveglio mi ritrovo stanco con la bocca aperta, la gola secca, intravedo la luce spenta del cielo nuvoloso che si insinua dalla finestra e il soffitto bianco davanti a me ed è un po' come riprendere i sensi dopo uno shock. Ho la percezione di aver fatto un viaggio lunghissimo nel tempo e nello spazio.
A volte provo fastidio perché poco prima stavo bene, mi sentivo leggero e anche se non ricordo quasi mai il sogno, resta la sensazione che rimane dentro di me...ed è reale, ma rapidamente scivola via come acqua in una grondaia, impossibile da afferrare.
Mi sentivo bene, ero felice e non so perché...vorrei che quel sogno non finisse e allora provo a riaddormentarmi, ma è come quando sali all'ultimo momento su un treno che sta per partire e dopo pochi secondi ti accorgi che è quello sbagliato... è troppo tardi, non si può più scendere, bisogna proseguire nel viaggio sbagliato. Con un ultimo disperato tentativo provo ugualmente a chiudere gli occhi ma pian piano la sensazione svanisce, spazzata via dai rumori del mondo che si sta svegliando. Vorrei afferrare almeno un po' di quella gioia e nasconderla in tasca per portarla con me per tutto il giorno e usarla nei momenti in cui ne ho bisogno ma non è possibile trattenere questa strana felicità irreale. Forse ho questa impressione perché nel sogno c'era qualcosa di cui ignoro l'esistenza ma di cui sento la mancanza, forse c'era quello che in questa vita non esiste, quello di cui ho bisogno. Nei sogni tutto è possibile, non esiste il tempo, non si invecchia, si può tornare bambini, si può persino volare...sì, volare e i sogni sono come un grande aereo, basterebbe solo saperlo pilotare e potrebbe portarci in un mondo ideale dove è sempre estate, dove c'è il mare, dove c'è sempre il sole, la musica, i colori, gli animali e soprattutto ci sei tu accanto a me, ma non c'è niente da fare, io non sono un bravo pilota e ho paura di volare, se richiudo gli occhi vedo solo nero, vedo il nulla, allora meglio arrendersi e trovare il coraggio di affrontare il giorno, ma rimane sempre la voglia di capire dove vanno a finire i sogni per poterli ritrovare. Con il risveglio in questa vita torna però sempre la solita ansia; la sera prima mi sono addormentato senza nemmeno ricaricare il cellulare, ho cose in sospeso, cose che ho dimenticato, che non ho finito, magari è successo qualcosa mentre dormivo e io non me ne sono accorto, qualcosa di brutto e io non ho sentito, devo controllare se ci sono chiamate o messaggi, chissà se tutto quello che ho lasciato ieri lo troverò ancora oggi.
Mi irritano i rumori che arrivano da fuori, dalle altre stanze... c'è sempre qualcosa che non va, fin da subito, devo alzarmi in fretta, ci sono tante cose da fare,
Mi guardo allo specchio e non mi riconosco, vedo uno sconosciuto, la connessione non è ancora completata, non ho ancora preso completamente il controllo di me.
Butto un po' di acqua ghiacciata sul viso e dopo... sì, mi vedo, sono io, ora sono pronto ad entrare in questa stretta gabbia, in questo corpo. Ci sono troppi limiti, troppe regole, troppi schemi da seguire, mi sembra di essere una stringa non modificabile di un linguaggio di programmazione o un risultato non opinabile di un'operazione matematica e io... ODIO LA MATEMATICA, ma io so cosa succede nei sogni ed molto meglio l'incoscienza, l'ingenuità e persino l'immaturità della fredda realtà, o almeno di quella che tutti chiamano realtà... in ogni caso, un'altra giornata è iniziata e nonostante tutto spero che sia semplicemente una BUONA GIORNATA!

Italiani

31.07.2018 02:24

Mi capita spesso di vedere dei post in cui si fa notare la smisurata differenza fra gli immigrati italiani della prima metà del novecento e gli stranieri che oggi arrivano in Italia. Di solito si dice che gli italiani non creavano problemi, si integravano benissimo nei posti in cui andavano, rispettavano le leggi ed erano benvoluti. Tutte cose a cui crediamo solo noi perché ci fa star bene sentirci più buoni di tutti, sentirci diversi da quelli che adesso arrivano da noi. Si dice che gli italiani emigravano per lavorare, perché quelli che adesso sono schiavizzati nei campi a raccogliere pomodori dieci ore al giorno per due euro all'ora o quelli che lavorano in nero e muoiono nei cantieri senza identità, senza protezioni sono in un villaggio vacanze? <<Gli italiani erano umili e rispettavano la legge>> quando sento queste cose mi viene in mente la strage di San Valentino del 1929 uno dei più cruenti regolamenti di conti della malavita negli Stati Uniti, uno dei tanti episodi di violenza collegati all'Italia perché ordinato da Al Capone, mi viene in mente anche la più recente strage di Duisburg del 2007, la sera di ferragosto vennero uccisi sei esponenti di una 'ndrina di San Luca in un ristorante italiano della città tedesca. Un agguato violentissimo in stile isis, un attentato così cruento la gente del luogo non l'aveva mai visto. In tutto il mondo gli italiani sono associati ai ladri, alla mafia, alle truffe, alla corruzione, alle cose fatte "alla cazzo" Ci siamo già dimenticati le vignette di Charlie Ebdo dopo il terremoto del centro Italia? Oggi sentivo un giornalista in tv che diceva <<l'Italia sta veramente diventando un Paese razzista?>> Basta guardarsi attorno per vedere che c'è discriminazione in ogni ambiente e non solo per il colore della pelle, per qualsiasi cosa. Dobbiamo far parte di un gruppo, di un branco, di un'associazione, solo così ci sentiamo forti. Solo così puoi andare avanti anche con disonestà senza problemi, se non ti vesti, non parli, non ti diverti come fanno gli altri non sei nessuno, questo come si può chiamare se non razzismo? Nel 1938 in Italia (non su Marte) furono emanate le leggi per la difesa della razza, Mussolini è vero era un dittatore, ma all'inizio era apprezzato da tantissime persone, anche da molti intellettuali, quindi quello che si sente in questi giorni non mi stupisce, è qualcosa di dormiente che è nella maggior parte della gente che aspetta pazientemente una scintilla per esplodere.
Viviamo in periodo in cui sembra non si possa fare a meno di odiare, con la scusa che solo così potrà tornare a trionfare il bene, crescono sempre di più i nazionalismi, l'orgoglio di far parte di qualcosa, l'idea che noi siamo i buoni, i giusti, abbiamo sempre ragione e... VINCEREMO. Io faccio fatica e un po' mi vergogno pure ad appartenere al genere umano, figuriamoci quanto me ne frega dell'orgoglio nazionale e proprio per questo però sono una zecca, uno che non dovrebbe permettersi nemmeno di parlare. Tutti ormai pensano di essere i depositari della verità appresa soprattutto dalle bufale su internet, ma forse ogni tanto bisognerebbe provare a disconnettersi e cercare di vedere le cose dall'esterno senza pregiudizi, magari si noterebbero tantissime contraddizioni nel nostro modo di pensare. Consiglio a tutti di guardare questo video e poi riflettere. Gli italiani non scappavano da nessuna guerra, erano soltanto dei migranti economici che non avevano nessuna intenzione di integrarsi. Se non piacevano le abitudini dei tedeschi potevano tornarsene da dove erano venuti. D'altra parte io non sono razzista ma... voi fareste andare in giro vostra figlia con stranieri rissosi armati di coltelli? 

Il mio tempo

09.10.2017 01:08

Oggi è stata la giornata in cui i miei genitori hanno ritirato dal giardino il tavolo con le sedie, l'amaca, i vasi, le statue, gli ombrelloni e altri oggetti che mia madre tira fuori ogni primavera. E' quasi un rito per lei, ogni anno ad aprile mette fuori tutto e ad ottobre ritira; cose che non usa nemmeno una volta, non c'è stato un giorno in cui i miei genitori abbiano mangiato fuori o si siano sdraiati sull'amaca o riposati sotto l'ombrellone. Arriva così l'autunno e loro non hanno approfittato nemmeno di un giorno di sole. Mi sono sempre chiesto perché passino l'estate a sistemare cose che non useranno; forse è un bisogno di preparare sempre qualcosa con l'illusione che ci sia un tempo infinito a disposizione per poter stare meglio, però quando è ora di ritirare, il mio stato d'animo non è dei migliori, bisogna proteggere i vasi e ripararli dal freddo, nasconderli sotto teloni almeno per sei mesi, soffocare e nascondere la loro bellezza ed è come se i giorni estivi mi fossero scivolati via alla velocità della luce senza essere riuscito a fare nemmeno la metà di quello che sognavo. In fondo sono ancora belle giornate, ma il sole di questi giorni è quasi inutile, a volte preferirei che non ci fosse nemmeno, così mi abituerei più facilmente all'inverno...perché è un lungo inverno quello da affrontare, per questo forse sarebbe meglio arrivasse subito così potrei dire "spero che passi presto" ma non lo posso ancora fare, è da più di un mese che non piove e poi non fa freddo... ma l'estate è comunque lontana, l'impressione è quella di dover scalare una montagna e di non aver ancora avuto nemmeno il coraggio di iniziare. Anche oggi un'altra giornata è passata ed è questo l'unico momento che posso dedicare completamente a me stesso, un'altra giornata archiviata, uguale alle altre, passata a fare cose che non mi interessano, tempo che ho dovuto sottrarre alle persone importanti, ai miei interessi, a tutto quello che un giorno rimpiangerò di non aver fatto. Tutto questo solo per fare le cose che vanno fatte, sistemarle nel giusto posto, prepararle e fare in modo che funzionino, in attesa di qualcosa che forse nemmeno arriverà, per far sembrare la loro facciata accogliente e poi aspettare, rinunciare, rimandare ciò che conta veramente, perché il tempo è finito e anche oggi non c'è stata la possibilità di fare quello che speravo. Non serve avere grandi sogni, spesso anche quelli piccoli non si riescono a realizzare, anche quelli che sembrano semplici e alla portata di tutti. Non è molto piacevole sapere che non ci vorrebbero grandi cose per essere felici, perché in effetti la felicità c'è ed è solo dietro l'angolo, ma non si può raggiungere perché manca il tempo. Ho sempre gli stessi sogni di quando ero ragazzo ma ora ho la consapevolezza che non si avvereranno perché dovrei fermare le lancette dell'orologio. Alla fine mi ritrovo sempre qui, nell'unico momento in cui è possibile pensare liberamente, prima di dormire, quando finalmente avrei attimi preziosi per me e per chi amo ma è troppo tardi per tutto. Non è il momento di parlare, di uscire, di giocare con il cane, dedicare tempo a chi voglio bene, fare una passeggiata, viaggiare, fare l'amore, andare in bici, ascoltare musica, suonare, fare foto, leggere, scrivere...vorrei avere il teletrasporto e fare tutto e anche di più in queste poche ore veramente MIE, degne di essere vissute, adesso il tempo mi appartiene, potrei finalmente fare quello che per me è importante e che mi fa stare bene, quello per cui vale la pena di vivere e quello che mi fa resistere e sopportare giornate vuote ma i tempi non sono quelli giusti, anche oggi dovrò rimandare, mancano persone, cose... e poi... ecco ho bisogno di dormire, non riesco a tenere gli occhi aperti, mi mancano le forze e anche domani non avrò la possibilità di fare quasi nulla di quello che vorrei, domani sarà una fotocopia di oggi, dovrò rinunciare a cose che avevo pensato di fare e passerò le ore a sistemare tutto nel verso giusto, a far svolgere gli eventi proprio come devono andare, a prevenire spiacevoli imprevisti che toglieranno ulteriore tempo al programma stabilito, cercando di far contenti tutti... e come quando arrivo di corsa, in ritardo alla stazione, il mio tempo è quel treno perso, appena partito, proverò a sbracciarmi, a correre e a chiamarlo ma ormai non si fermerà più, non mi aspetterà

Sopravvissuto ad un altro inverno

31.03.2017 01:34

Degli anni dell'adolescenza ho conservato alcuni atteggiamenti un po' ingenui. Uno di questi è quello di pensare che la primavera spazzi via tutte le cose brutte che potrebbero capitarmi. Ancora oggi, ogni anno, all'inizio di questa stagione mi sembra di stare meglio, provo la sensazione che si avverte quando si guarisce da una lunga malattia, tiro un sospiro di sollievo, mi sento quasi un sopravvissuto all'inverno e al freddo. Negli ultimi anni, però, portare avanti questo rituale è diventato più difficile, perché in realtà con l'arrivo della bella stagione nella mia vita cambia poco. Con un po' di nostalgia penso a com'era tutto più semplice quando ero giovane. In questo periodo dell'anno, con il sole arrivava anche l'entusiasmo per l'estate che si stava avvicinando e di conseguenza nella mia mente c'erano viaggi, progetti, vacanze, concerti all'aperto. Quando di domenica sentivo per tutto il giorno il rombo delle moto di grossa cilindrata che scorrazzavano per le strade delle Langhe mi rendevo conto che l'inverno era ormai archiviato, rivedevo il paesaggio fiorito, il cielo azzurro, i piumini dei pioppi che svolazzavano, risentivo gli uccellini cinguettare e finalmente trovavo i colori attorno a me, pian piano spariva così anche la mia ipocondria, provavo una sensazione molto particolare, uno strano entusiasmo e in me c'era quasi la convinzione che da aprile in avanti sarebbero potute accadere solo cose belle, perché il peggio era superato. Ero convinto che per un po' di mesi, almeno fino a settembre non sarebbe più esistito il pericolo di ammalarsi, di morire e non ci fosse più la possibilità di star male. Era l'inizio di una festa che sarebbe durata fino all'inizio dell'autunno. Tutto questo mi ha sempre permesso di resistere alla noia dell'inverno, cercavo sempre di fare tutte le cose poco piacevoli da ottobre a marzo perché non volevo sprecare neanche un giorno, nemmeno un istante della primavera, dell'estate, del sole e del calore. Ogni cosa la vivevo in modo diverso, persino nei brevi tragitti in macchina ricordavo, sognavo e immaginavo i viaggi verso il mare.
Vivevo continuamente con la piacevole euforia di una sorta di attesa di non si sa che cosa, di grandi aspettative di avvenimenti straordinari, indimenticabili, che poi, spesso non si concretizzavano e mi ritrovavo negli ultimi giorni di agosto con uno scazzo inimmaginabile per aver sprecato tempo prezioso senza concludere nulla. Oggi provo ancora ad avere quest'attitudine ma è tutto molto più complicato perché è impossibile negare che le cose brutte accadano anche in primavera e in estate e non riesco continuamente ad apprezzare e ad essere soddisfatto di quello che faccio. I giorni sprecati che non torneranno più sono tanti e non mi serve a darmi coraggio ripetere quella specie di mantra che la vita migliore è quella che inizia a quarant'anni o a cinquant'anni, perché La realtà è un'altra; il periodo più bello della vita è quello dei vent'anni, perché a quell'età tutto è ancora possibile, tutto ancora da scrivere. E' un po' arduo ora fare grandi sogni di girare il mondo o bei progetti con la consapevolezza che i soldi sono pochi e il tempo disponibile ancora meno, quindi nelle vacanze o di domenica quando sono libero dal lavoro vero, spesso devo fare l'altro lavoro, quello che si accumula a casa, che lascio da fare nel tempo libero e così un altro anno passerà e io avrò svolto il mio compito di mettere le cose a posto, di sistemare tutto, di riparare quello che si è rotto e poi quando finalmente sarebbe il momento di vivere, di usare le cose aggiustate... il tempo sarà scaduto, ritornerà l'autunno, ricomincerò ad aspettare un'altra primavera. Ho sempre sopportato malvolentieri "l'ora d'aria" delle ferie, questa generosa concessione che ci concede chi organizza la nostra vita. E' un modo ansiogeno di vivere il tempo libero; è avvilente sapere che la felicità dura poco ed è un qualcosa che ha una scadenza perché il nostro ruolo è un altro, quindi in alcuni periodi della mia vita ho preferito addirittura rinunciare a questa elemosina, pensavo che se non avevo la possibilità di essere libero sempre, preferivo non esserlo mai. Oggi guardando dal finestrino mentre andavo a lavorare, mi sono voluto fermare qualche secondo per ammirare i colori della primavera e per un attimo mi è tornata quella sensazione che provavo tanti anni fa e ho voluto rifare quel gioco, mi sono detto che quella che arriverà sarà un'estate meravigliosa. Poi sono arrivato in ufficio di corsa, appena in tempo per timbrare il cartellino e tutte queste vibrazioni positive in un attimo sono svanite!

La giornata mondiale dell'ipocrisia

04.02.2017 02:36

Oggi di che cos'è la giornata mondiale? ...dell'amicizia? della memoria? della pace? del malato? contro il femminicidio? contro l'omofobia? contro la povertà? contro il lavoro minorile? contro il razzismo? contro la vivisezione?
Ogni giorno abbiamo una linea guida da seguire, ogni giornata è programmata a tema, evidentemente non siamo in grado di fare più cose contemporaneamente, un giorno siamo pacifisti, un giorno animalisti, un altro tolleranti nei confronti di chi è diverso da noi, ma è troppo difficile (forse inutile per la nostra mente ormai bruciata) cercare di essere migliori sempre ed in tutto se non ci sono i "like"
...perché in realtà non ci interessa ciò che siamo veramente, ma solo quello che gli altri pensano di noi, diamo importanza solamente all'immagine che mostriamo; in questo modo ci sentiamo tutti buoni e sensibili e pensiamo che questo basti! Passiamo ogni giorno a parlare alle spalle degli altri, ad odiare, invidiare; se una macchina davanti a noi non parte subito quando scatta il verde, non ci viene in mente di aiutare il conducente che magari ha avuto problemi, ma iniziamo ad insultare e suonare il clacson, scendiamo immediatamente con l'intento di scatenare una rissa, ma poi nel giorno dell'amicizia, solo in quel giorno, riscopriamo il valore della fratellanza con i nostri "amici" e magari non ci accorgiamo di maltrattare o trascurare la nostra compagna, mentre nella giornata contro il femminicidio diventiamo tutti protettivi e sensibili nei confronti delle donne, però può essere che ci dimentichiamo dei disabili o dei poveri. Nella giornata mondiale sull'amore per gli animali, siamo tutti contro la vivisezione ma poi finanziamo la sperimentazione, non mangiamo l'agnello a Pasqua ma mangiamo il maiale tutti i giorni, diciamo che i cani sono meglio degli uomini però non li facciamo dormire in casa nemmeno durante i giorni della merla. Nella giornata contro il lavoro minorile ci commuoviamo davanti alle immagini di bambini ridotti in schiavitù, ma il giorno dopo se ci sono i saldi non sappiamo rinunciare ad un paio di Nike in offerta, ad una borsa firmata creata da minorenni sfruttati, ci mettiamo in coda per comprare il nuovo iphone così finiamo per finanziare direttamente chi sfrutta bambini minatori destinati inevitabilmente ad ammalarsi e morire. Siamo fan dei peggiori razzisti contemporanei però il giorno della memoria, ci riscopriamo aperti, tolleranti e mettiamo sul nostro profilo la foto in bianco e nero di un campo di concentramento con la scritta "io non dimentico" oppure come in questa foto contraddittoria, confondiamo immigrazione con colonialismo!! ...beh pensando a tutto questo, credo che se non è ancora stato deciso il tema per oggi, penso che possa essere il giorno giusto per festeggiare la giornata mondiale dell'ipocrisia quindi +++ SCRIVI SUBITO QUALCHE FRASE RUFFIANA IN CUI NON CREDI, CERCA UN LINK CON UN'IMMAGINE PREPARATA DA ALTRI, CON UNA CITAZIONE DI QUALCUNO FAMOSO CHE MAGARI NON SAI NEANCHE CHI SIA, CONDIVIDI LA FOTO DI UN PERSONAGGIO FAMOSO DECEDUTO RECENTEMENTE CHE NON HAI MAI SOPPORTATO, MA CHE IMPROVVISAMENTE DOPO LA SUA MORTE E' DIVENTATO IL TUO EROE, FAI COPIA E INCOLLA DI QUALCHE CATENA DI SANT'ANTONIO O DI QUALCHE BUFALA CLAMOROSA SENZA VERIFICARNE L'ATTENDIBILITA', LASCIA UN AMEN PER TUTTI I LECCACULO FIGHETTI DEL MONDO, MA ANCHE PER I FINTI RIVOLUZIONARI VIRTUALI E VEDIAMO QUANTI SIAMO E CHI HA IL CORAGGIO DI CONDIVIDERE +++

 

 

Lei non sa chi sono io

02.07.2016 00:47

LEI NON SA CHI SONO IO...Non ho mai sopportato questa frase, non ho mai tollerato le gerarchie, le divisioni fra gente che conta e persone invisibili, qualcuno viene messo su un trono senza meriti particolari ma semplicemente grazie a soldi, parentele importanti o raccomandazioni; gli altri, spesso migliori, condannati ad essere manovalanza, sempre ignorati, colpevolizzati, condannati e derisi a prescindere. Le persone che dobbiamo rispettare sono quelle che dovrebbero proteg...gerci, curarci o garantirci un futuro, invece nascoste da un titolo, una divisa, una mansione superiore alla nostra ci incutono timore, ci ricattano, sfruttano e noi siamo sempre pronti a ringraziare e ad inchinarci davanti a loro. Tutti sognano di diventare importanti, avere potere, fare carriera, passare davanti agli altri, ottenere una corsia preferenziale e avere "sotto" schiavi, dipendenti, inferiori da terrorizzare. Tutti sperano di arrivare al punto di poter prendere decisioni importanti per la vita di altri. Tutti sognano di diventare capi, leader, di essere proprio come chi li sfrutta, anzi peggio. La società è come una grande caserma in cui pochi eletti danno ordini a soldati che eseguono comandi senza sapere nemmeno il motivo. Ho visto molte persone cambiare completamente atteggiamento, erano come me, ma quando hanno avuto l'illusione di avere un finto potere, si sono trasformate in freddi computer programmati senza sentimenti. Sono diventate peggio di chi criticavano. Penso succeda un po' in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia, come diceva frankie hi nrg in quelli che benpensano "sono arroganti coi più deboli e zerbini coi potenti". Se sbagliano qualcuno sistemerà i loro errori, in ogni contesto e in ogni luogo sono sempre ben accetti, non pagano mai e non trovano mai strade in salita, spesso chiedono sacrifici ai sudditi mentre loro vivono nei privilegi, comprano tutto: lauree, sentenze, amicizie e amore. C'è sempre qualcuno che farà le cose al posto loro, senza essere retribuito e senza essere nemmeno considerato. Non sbagliano mai, e se lo fanno, con il denaro troveranno qualcuno che si prenderà la colpa di ogni errore. Benefattori, professionisti, ammirati, stimati, rispettati che sfruttano e vengono ringraziati, abusano del loro potere e vengono premiati. E' brutto chiamarla mafia...in ogni situazione si può utilizzare un termine diverso, più moderno, magari in inglese, ma il senso è quello e la legge non è uguale per tutti, non viene riservato a tutti lo stesso trattamento, non  abbiamo tutti gli stessi diritti.

The first day of summer

08.06.2016 02:37

Anche quest'anno la scuola è finita, sebbene la cosa non mi riguardi più personalmente da ormai oltre vent' anni, io vivo ancora con i ritmi del calendario scolastico.
Per me l'anno inizia a settembre e finisce a giugno, inizia con l'autunno e finisce con l'estate. Qualche giorno fa ho sentito la proposta della ministra Giannina di tenere le scuole aperte anche nel periodo delle vacanze e di
domenica. L'idea è stata apprezzata da molte mamme (non si parla più di genitori ma solo di mamme, evidentemente i padri non esistono più, sono assenti, si disinteressano, immaturi, irresponsabili oppure sono figure che non contano più nulla)
La cosa mi mette una tristezza infinita perché ripenso alla mia infanzia, alla mia adolescenza e a quanto era (ma lo è ancora adesso) importante l'estate. Già solo il nome è armonia "E S T A T E" un suono bellissimo ...aspettavo tutto l'anno luglio e agosto per andare un po' di settimane al mare, per staccare un po' la spina ed ora si vuole eliminare e  rovinare anche questo sogno dei bambini.
Ricordo quei tempi con nostalgia, i miei genitori facevano le ferie nello stesso periodo... sì, può sembrare strano, ma all'epoca si riusciva ancora a fare così. Se lo racconto oggi ad un ragazzino, mi sento un po' come il vecchio della canzone di Guccini "un vecchio e un bambino"
Partivamo insieme con la macchina carica, senza aria condizionata e senza navigatore; ogni anno si ripetevano le stesse scene divertenti: mio papà voleva aprire il finestrino mentre a mia mamma dava fastidio l'aria, poi la solita insofferenza per le code al casello e per trovare parcheggio. Mio padre si portava le macchine fotografiche con la borsa pesantissima che faceva portare da noi, piena di obiettivi ingombranti. Facevamo passeggiate e giocavamo in spiaggia, i miei genitori si fermavano tre settimane, io rimanevo di più con i nonni ed erano momenti semplicissimi, ma nello stesso tempo bellissimi. Porterò per sempre nel cuore i ricordi quel periodo fatto di piccole gioie ma sereno.
Passavo l'anno a fare cose che non mi piacevano con la consolazione che prima o poi sarebbe arrivata l'estate, sarebbero arrivate le vacanze e allora riuscivo a sopportare tutto, facevo il conto alla rovescia sul calendario e con questo pensiero ero in grado di superare anche le peggiori rotture di palle.
Ho continuato così anche alle superiori, in particolare amavo l'ultimo giorno di scuola, all'uscita mi fermavo ad Alba a mangiare qualcosa da Carmelo al bar rozzo, faceva caldo, finalmente potevo mettermi le All Star senza calze, che nei primi giorni in cui le portavo, a forza di camminare per la città, mi procuravano delle lacerazioni a livello del calcagno che bruciavano come il fuoco, ma era un dolore piacevole, perché sapevo che era il segno che era arrivata l'estate, era il dolore dell'estate!
Senza telefonino e senza internet andavo a fare un giro nei negozi di dischi, magari da Amabile in sala giochi in piazza del Duomo, in edicola a prendere Rumore e poi a piedi fino ai giardini vicino all'enologica, dove ogni anno si teneva un concerto. Iniziava al pomeriggio con i gruppi della zona e di sera c'era la band più famosa che veniva da fuori. Birra, fumo, musica e le ragazze che per il caldo iniziavano a scoprirsi e mi facevano sognare e innamorare. D'estate di sera uscivo o rimanevo sul balcone, alle 22 era ancora chiaro, rumore di motorini appena comprati per festeggiare le promozioni, puzza di miscela e in lontananza i suoni delle orchestre liscio che allietavano le serate estive delle feste patronali nei paesi delle Langhe. Nessun voglia di andare a dormire e nessun problema, tanto il giorno dopo si poteva dormire fino a tardi.
L'idea di vietare le vacanze è inquietante. Le mamme sono preoccupate perché ai bambini che non vanno a scuola può venire l'idea di uscire in strada e magari abbandonare per qualche settimana i baby sitter elettronici, internet o la playstation. Corrono il rischio di divertirsi, di andare a giocare a pallone, o addirittura in bicicletta. Non si può correre questo pericolo, meglio abolire le vacanze, tanto i pochi genitori che non sono separati o divorziati non andrebbero in vacanza con i figli, perché è già difficile che si incontrino per qualche ora durante la giornata, a causa di turni differenti ed è impensabile che una coppia riesca a fare le
ferie nello stesso periodo e poi è improponibile chiedere due settimane consecutive di ferie al giorno d'oggi. Se hai una pretesa del genere, ti etichettano come sovversivo, terrorista, viziato o fannullone. Le ferie non le puoi fare quando decidi tu e poi che non siano più di una settimana unita ad un'altra, perché c'è il grosso pericolo che il dipendente perda il ritmo, non bisogna staccare mai... e comunque anche se esistesse per un raro caso: 1)una coppia unita 2) che fa le ferie nello stesso periodo 3) per due settimane... 4) mancherebbero i soldi, quindi... le vacanze sono inutili, pericolose e soprattutto poco produttive!
Per questo, dato che i bambini saranno i futuri stagisti, precari e sfruttati del futuro, tanto vale farli abituare a non avere vacanze, a lavorare di domenica, d'estate, nelle feste comandate, almeno saranno già pronti per il loro avvenire, non saranno choosy, come diceva la Fornero. Io penso che le nuove generazioni avranno tanto tempo per imparare a farsi rubare la vita, a farsi sfruttare, a rispettare regole imposte, a farsi umiliare e prendere in giro, a lavorare gratis per tutta la vita con i turni di notte, di sabato, di domenica, a Natale, Capodanno e in tutte le feste, a farsi pagare con i voucher, ad accettare mobbing mobbing e umiliazioni pur di avere uno stipendio da fame, per poi (se nonostante tutti questi tentati omicidi ci arriveranno) andare in pensione a 80 anni, per poco tempo prima di morire con qualche malattia creata e non curata appositamente per eliminare le risorse umane non più utilizzabili. Quindi, lasciate in pace i bambini/ragazzi in questi pochi anni sereni, prima che entrino nel nostro "fantastico" mondo di adulti, lasciateli in pace almeno fino a quando sono studenti! E fate fare 'sti due mesi di vacanza senza rompere le palle anche su questo! Avranno tempo a fare sacrifici e rinunce per tutta la vita!
Non ho mai trovato giusto nemmeno far lavorare i bambini d'estate, usarli per lavori socialmente utili, con la scusa che così imparano ad essere autonomi e si guadagnano qualcosa. In realtà è solo ipocrisia e buonismo, solo per non pagare uno stipendio vero ad un adulto.
L'estate non si tocca, è sacra, le vacanze sono da assaporare minuto per minuto, bisogna goderne ogni secondo. La vita è corta e la giovinezza non tornerà una seconda volta. I giovani si devono divertire e collezionare attimi di felicità da portare nel cuore nella vecchiaia come preziosi ricordi. Spegnete il pc e uscite, ora che lo potete ancora fare, perché l'estate è corta e senza accorgervene vi ritroverete a 40 anni a passare le vostre giornate in un ufficioo, in una fabbrica o in un centro commerciale!

Oggi ho voglia di ascoltarmi gli Screeching Weasel, perché per me il primo giorno d'estate ha sempre coinciso con l'ultimo giorno di scuola

 

Il puzzle incompleto

27.03.2015 20:56

In un giorno come tanti altri può capitare di rendersi conto che nella nostra vita stiamo partecipando ad una sorta di gara con gli altri esseri umani, chiusi in una stanza per una sfida che prosegue per tutta la nostra esistenza. Il gioco consiste nel mettere nell'ordine giusto i pezzi di un enorme puzzle che dovrebbe formare la nostra immagine.
Io non sono mai stato bravo a fare i puzzle, quando qualcuno me li regalava, di solito a Natale, rimanevano sempre incasinati sul tavolo, per giorni, fino a quando decidevo di rinunciare e ritiravo tutti i  pezzi nella scatola,  ma ogni volta mi accorgevo che alcuni tasselli sparivano, si perdevano, ma io comunque ritiravo il puzzle incompleto in un cassetto, senza portarlo mai a termine.
Oggi vedo le persone che ho attorno sicure, senza esitazioni, riescono ad incastrare con sicurezza tutte le parti al posto giusto. Rapidamente, così, la loro immagine sta prendendo forma. Li vedo andare a testa alta verso il futuro.
Io do un'occhiata a quello che sto costruendo e vedo solo pezzi fuori posto, che a prima vista, sembravano combaciare perfettamente. Osservo come dovrebbe diventare l'immagine completa e mi accorgo che per l'ennesima volta devo ricominciare tutto dall'inizio, ma nessuno aspetta, nessuno mi vede, nessuno si accorge delle mie difficoltà, del mio dolore o dei miei sforzi e allora riparto, con il tempo che corre sempre più velocemente verso la fine e mentre mi perdo un'altra volta nel trovare la combinazione giusta, sento mancare le forze. Tutto semplice per gli altri che non sbagliano mai e stanno per terminare sorridenti e senza esitazioni il loro lavoro.
Io vorrei sparire per non dover ammettere un'altra sconfitta, cerco disperatamente i pezzi, anche questa volta li ho persi e soffro perchè non ci sono più. Erano parti essenziali, senza di loro non riuscirò mai a terminare il mio lavoro. Non sono stato in grado di proteggerli e li ho persi per sempre.
Sento già le risate di chi vedrà il mio puzzle sgangherato, incompleto, ma le lancette continuano a scorrere ed é triste accorgersi di aver trovato la combinazione giusta quando é troppo tardi e allora mi muovo con i riflessi lenti e la stanchezza di chi sa già che la partita ormai é persa e aspetta solo il fischio finale per poter sparire confuso fra la folla che abbandona il terreno di gioco. Nessun complimento, nessun sorriso, forse un'ipocrita pacca sulle spalle di qualche nemico, solo la delusione e a volte l'odio di chi credeva nel giocatore; ma non si scappa, fuori ci sarà il giornalista ad aspettarmi, che chiederà spiegazioni per giustificare le promesse non mantenute. Rimane spazio solo per parole dure, fredde, aggressive. E' stato un disastro, mancava la motivazione e soprattutto mancava il coraggio e io anche questa volta vorrei diventare invisibile perché non ci sono giustificazioni per le tante occasioni sprecate. Quando ci si accontenta del pareggio, si rischia di perdere all'ultimo minuto e chi perde viene sostituito e poi dimenticato. Ora vorrei una notte scura senza fine in cui rifugiarmi, un buco nero in cui volare, senza questa catena che mi lega alla luce. Vorrei precipitare come la pioggia che si mimetizza nel mare e rimane intrusa per sempre in un mondo che non é il suo, libera di nascondersi e mescolarsi con l'acqua salata, senza affondare, senza una direzione da seguire. Io invece, rimarrò in questa stanza, sempre con meno gente, fino a quando non ci sarà più nessuno, fino a quando avrò terminato il mio lavoro, forse mai e accanto a me solo rimpianti. Avrei tanto bisogno di un aiuto, rischio di non uscire più da questa trappola, l'agitazione continua a farmi sbagliare e metto il cielo al posto della terra, gli occhi al posto della bocca e mi accorgo che la mia immagine ha qualcosa che non va, mi dispero perché non riesco più a trovare il tassello più importante, quello del cuore, mentre le lacrime scoloriscono l'inchiostro e rovinano irrimediabilmente tutti i miei sforzi. Per un attimo trovo la forza di rialzarmi perché mi sembra di sentire una voce che mi incoraggia, sono sicuro di averla sentita, sento un cuore battere forte vicino al mio, alla stessa velocità del mio, mi giro di scatto ma non c'é nessuno, anzi, no, non c'è più nessuno. Per un attimo, ho pensato stupidamente, veramente di essere speciale, per un istante, ho pensato ingenuamente, seriamente di essere importante, ma era un sogno ad occhi aperti. E' stato bello dimenticare il ritardo, gli errori, i problemi, farmi affascinare dal presente che diventa subito passato, mettere i tasselli nei posti sbagliati, viaggiare con la mente e creare un'immagine astratta, senza badare alla normalità, con continui sbalzi d'umore, passare dal paradiso all'inferno in meno di un minuto, ma il compito che devo svolgere é un altro e io, proprio come quando andavo a scuola, non l'ho portato a termine e mi prenderò l'insufficienza. Da domani, di nuovo in viaggio, perso su questa stretta strada a senso unico, senza indicazioni, senza piazzole di sosta, prevedibile come una giornata in un call center, grigia come l'autunno, sconnessa e piena di buche come una strada di Langa dopo una fortissima pioggia, scivolosa come il ghiaggio in inverno. Suona sempre la sveglia, l'orario non é modificato, devo scappare via presto, nel mio paese nevica tanto, lì, dove le piacevoli sorprese sono rare e non cambia mai niente, lì rimarrò. Improvvisamente tutto diventa sfocato, un solletico agli occhi, un debordare tiepido sulle guance, una cascata lenta, si può annegare quando per troppo tempo si trattengono le lacrime. E' sempre meglio chiudere a chiave la porta di notte per non fare entrare i ricordi.

Souriez, c'est la rentréè

01.09.2014 03:03

Lo ammetto, non ho un bel carattere, sono un tipo un po' asociale, solitario, timido, lunatico e chi mi conosce lo sa bene. Non mi piace andare in discoteca, non mi piacciono, già a partire dai nomi, gli happy hour, i fast food, le steakhou...se, i sushi bar, i kebabbari, ma neanche le cene lunghe con decine di antipasti e in generale tutti gli eventi in cui il nome è seguito dalla parola party, poi, soprattutto una cosa che in questo periodo odio è l'apericena! Già solo la parola è composta da due nomi che rappresentano due eventi che spesso trovo estremamente pesanti, uniti al fatto che in questo periodo sono una moda, per me diventa un connubio mortale! Sono sommerso da inviti ad eventi, soprattutto apericena vari da Aosta a Messina, dove la mia presenza sembra essenziale per la buona riuscita della serata.
Premesso questo, ad agosto ero contento perché finalmente potevo disintossicarmi un po'da queste tendenze che mi perseguitavano sui volantini, su internet e un po' ovunque. In Francia, ho pensato che finalmente per tre settimane non avrei più sentito parlare di apericena. In effetti è stato così e questo mi ha fatto molto piacere, però, purtroppo, ogni anno mi dimentico che dal 16 agosto in avanti, cioè dopo pochi giorni dal mio arrivo al mare, i francesi iniziano a tartassare con la rentrée!!! Sembra che non vedano l'ora (almeno dalle pubblicità) che finiscano le ferie per tornare a scuola o al lavoro. Quest'anno, non c'è stato un caldo insopportabile, non ho nemmeno acceso il ventilatore e per me è importate in estate il caldo e il sole perché mi bastano appena per ricaricarmi e per trovare la forza per affrontare 8-9 mesi di maltempo. Ogni volta che guardavo il cielo vedevo sempre nuvole in arrivo e già mi saliva un po' la rabbia dato che ogni giorno sprecato d'estate non è come un giorno sprecato in un'altra stagione, è molto più grave perché è un giorno sottratto alla poca libertà che abbiamo, un giorno unico che comunque non tornerà più. A questo si aggiunge il fatto che ogni volta che uscivo di casa, aprendo la buca delle lettere, ero costretto a vedere almeno 3-4 depliant di centri commerciali che con titoli colorati, mi ricordavano che le vacanze stavano per finire, anche se per me erano appena iniziate. Sempre le solite storie: "bonne rentrée", "la rentrée sera fantastique", "vive la rentrée", "la joie de la rentrée" e in copertina bambini sorridenti con la cartella, che aspettano impazienti che arrivi presto l'ora di ritornare sui banchi e che pare sembrino sperare che queste due settimane d'estate finiscano velocemente per tornare a scuola. Come si fa a festeggiare il rientro? Il rientro nella gabbia dalla quale ci hanno dato la libera uscita per una manciata di settimane! Probabilmente è solo una trovata commerciale, ma chi vede tutto questo dall'esterno può pensare che i francesi vivano la fine delle ferie come una festa, come se aspettassero questo momento per tutto l'anno, come si aspetta Natale, capodanno o Pasqua e questa è una cosa che io ho sempre trovato incomprensibile, assurda, come però, d'altra parte, trovo incomprensibili tante altre cose che fanno le cosiddette persone "normali". Ora sono tornato in Italia e sono ricominciati gli apericena, i giro pizza, gli happy hour, gli aperitivi in consolle, e cose simili. Tuttavia fra rentrée e apericena.... nonostante tutto...se devo proprio scegliere...forse...in effetti... preferisco la rentrée!!

Alle donne!

08.03.2014 03:06

Oggi è la festa della donna, è impossibile far finta di non saperlo, ormai la nostra vita è piena di messaggi, di parole, non ci soffermiamo più sulle cose, ma ci ricordiamo tutte le ricorrenze. Ogni cosa scorre davanti a noi, come le immagini sullo schermo, come pubblicità, siamo spettatori, guardiamo distrattamente e magari ci fermiamo un attimo se vediamo qualcosa che attira la nostra attenzione. La rete è piena di messaggi, post con auguri, mimose e tanti eventi per questa sera.


Come tutte le feste, anche questa è soprattutto un'occasione per i fiorai di fare un po' di soldi, alla fine tutto finisce sempre nel commercio, nel fatturato; è un po' triste però è così. Penso che ormai tutti sappiano com' è nata la festa della donna. Si dice sia una commemorazione di un incendio avvenuto in una fabbrica di New York, dove morirono moltissime donne, ma pare che questa sia solo una leggenda. La Giornata Internazionale della donna nacque infatti ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909. In quella data si organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto. Il tema era già stato a lungo discusso negli anni precedenti. Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili. Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909 migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni con lo scopo di ottenere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Il 25marzo del 1911 cadde la goccia che fece traboccare il vaso: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò (veramente questa volta) un incendio e 146 lavoratori (per lo più donne immigrate) persero la vita. La data dell'8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra. Oggi il senso di questa festa è stato un po' dimenticato.

La gioia è donna, la felicità anche, così come la vita, la primavera, l'estate, l'acqua, l'aria. Le donne sono creature meravigliose.                  
Come sarebbe tutto più difficile senza di voi, senza quest'emozione che ogni giorno provo, non mi stanca e mi fa ancora sognare e mi spinge a cercarvi, capirvi, a trovare la strada per arrivare a scoprire quello che c'è dentro di voi. E' un'attrazione continua, che non conosce monotonia, ripetitività, è un richiamo con un'eco infinito, una meta che non si può raggiugere mai. Mi fate correre, ma non riesco mai a raggiungervi e quando penso di essere arrivato, di aver capito tutto, voi sparite nuovamente. Perdo la speranza e quando penso di mollare tutto, ritorna il vostro richiamo. E' un tormento dolce e crudele, una lotta dura ma intrigante, è come un vizio che, anche se fa male, ne ho bisogno per sentirmi vivo. Ricordo le notti insonni passate per voi, con mille pensieri e quelle in cui mi sono sentito protetto fra calde braccia rassicuranti o estasiato dai brividi suscitati dalle calde labbra sulla mia pelle. Le donne sono meravigliose, come un miraggio nel deserto. Ho sempre cercato nei vostri occhi quello che mi sarei voluto sentire dire, ho sempre scorto nel vostro sguardo qualcosa che forse non era reale, ma che immaginavo, un ideale, un pensiero che magari non esisteva, però, mi convincevo che fosse veramente così, una luce per me, che in realtà non c'era o era per un altro. Ho sempre visto nei vostri visi, nei vostri corpi un universo misterioso ed infinito da scoprire e ogni messaggio che ho cercato di decifrare è sempre stato sbagliato. Sono troppo razionale per capire che cosa nasconda il vostro silenzio o la vostra sicurezza ostentata. Un'anestesia che non fa sentire troppo il dolore delle abitudini, un cuscino soffice che conforta e aiuta a dimenticare le fredde stanchezze quotidiane, un tesoro gratuito per i miei occhi, un bagliore irraggiungibile come le stelle, un mistero seducente come la notte, un desiderio atteso come l'arrivo della primavera quando si è stanchi dell'inverno, il calore dell'estate, la felicità  di un bel sogno, la semplicità, ma anche l'esigenza di una passeggiata nella natura, l'ebbrezza di un profumo delicato e seducente, l'allegria di una gita, l'incanto di un'alba stupenda, il conforto in una delusione, il calore del fuoco in una notte d'inverno, la bellezza di un viaggio fantastico, il sussulto di un bacio imprevisto che inizia dolce e poi diventa sempre più passionale, la delicatezza di una carezza sul viso, la porta su un mondo straordinario.Tutto questo e molto altro siete voi, avete sempre dato un senso alla mia esistenza, mi avete fatto innamorare della vita anche quando i miei sentimenti erano a senso unico, mi avete insegnato l'amore, il dolore, la delusione, mi avete fatto imparare a sopportare la monotonia, la noia e a sentirmi a mio agio con la solitudine, la sconfitta, la gioia, l'ansia che mi ha fatto sentire il cuore in gola ogni volta in cui ho sperato che il mio amore fosse ricambiato. Mi piace perdermi nel vostro mare e affondare fra soffici seni, adoro perdermi nei vostri infiniti sentieri, lunghi viali, lisci che le mie mani percorrono fino ad arrivare ad un rifugio madido, dove trovo un nascondiglio, dove la frenesia cresce fino a diventare pace. Amo le donne perchè solo loro hanno un modo tremendamente affascinante di essere dolci, sensibili, curiose, passionali, provocanti, ingenue, innocenti. Le amo soprattutto quando sento la loro profondità e la distanza fra il loro attegiamento e la mentalità degli uomini, quando sanno vedere ed evitare le cose superficiali, quando lottano per quello in cui credono, quando danno tutto per amore. Faccio fatica a capirle, vicecersa, ogni volta in cui cercano di assomigliare agli uomini, indossando divise, quando sognano di entrare nell'esercito o vivono per la carriera, per diventare manager, avere potere, comandare e sfruttare esattamente come fanno gli uomini. Ci sono donne che, convinte di essere libere, si coprono con un velo, pensano di dover espiare una colpa. Tutti dovremmo cercare di liberarci dalle convinzioni che vengono dal passato. Tutto si evolve, spesso le tradizioni vanno superate, le religioni non hanno saputo evolversi. Non hanno nulla di affascinante le divise, non ha nulla di mistico il burka. Sono solo sbarre, prigioni, sono il rifiuto dei colori per dare spazio solo al bianco e nero, sono vecchie ideologie imposte per avere il completo controllo su di voi; così vi possono usare a loro piacimento. Per alcune di voi è troppo tardi, i vostri padroni sono già riusciti a modificare tantissime menti  con la tv, con le religioni, ma forse non tutto è perduto, siete ancora in tempo per ribellarvi e mi fa piacere che qualcuna abbia già iniziato a farlo. Che tristezza vedere al mare certe donne, che per seguire un culto, fanno il bagno vestite o peggio ancora, quelle che nel caldo di agosto non possono mangiare in luoghi pubblici perchè dovrebbero alzarsi il velo. Non è già abbastanza triste questo mondo? Perchè ci facciamo male da soli, perchè copriamo le meraviglie di questa terra? E' come se ci fosse un velo sul sole, sul mare, sui laghi, sulle montagne, sui fiori. Forza ce la possiamo fare! Siamo nel 2014, cerchiamo di cambiare un po' questa mentalità assurda.Voi meritate molto di più di una divisa, un burka, un mazzo di mimose o una serata con dei palestrati che fanno lo spogliarello, voi meritate il rispetto, tutti i giorni! Mentre oggi tutti fingono di darvi attenzioni, la violenza sulle donne non si ferma, nonostante le molte campagne di sensibilizzazione, quindi prima di tutto non sentitevi legate ad una persona che vi fa del male, la catena che vi tiene legate si può spezzare, scappate!                                                                            
Serve più spazio alle donne, ma non sempre e solo nel modo in cui siamo ormai abituati a vederle, vorrei che si parlasse di più delle bambine che in certi stati vengono strappate alle famiglie e internate nell'esercito, alle bambine violentate, alle donne che vengono annientate in una spirale di odio e violenza in famiglie "normali" alle donne che tengono tutto dentro per amore dei figli, per non disturbare, perchè in fondo credono ancora nell'amore, anche quando accanto hanno un uomo che fa loro solo del male. Questo quindi, non vuol essere il solito augurio e neanche una sviolinata ruffiana, ma un ringraziamento, solo perchè esistete. Lottate per quello in cui credete, non tenete mai nulla dentro e non abbiate mai paura di chi vi giudica. Non abbiate timore di mostrare la vostra dolcezza, la vostra fragilità e sensibilità, non abbandonate le cose belle che avete, non vergognatevi di piangere, non diventate come noi! La vostra bellezza è soprattutto dentro di voi, vuole uscire, basta saperla ascoltare, non serve mostrare ricchezza, simboli, firme, superficialità; non sono queste le cose importanti.                                                                                                                                               
L'augurio che vi voglio fare è che ogni giorno vi sentiate speciali, come vi stanno facendo sentire oggi, ma attenzione, oggi è solo marketing. Le attenzioni che riceverete in questa giornata le dovete pretendere sempre, altrimenti sono inutili.


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