L'ipocrisia delle fiaccolate

01.07.2016 23:53

Ogni giorno si sentono notizie di violenze che sconvolgono piccoli comuni dove si conoscono tutti, posti tranquilli, dove non succede mai niente. Come reazione gli abitanti indignati reagiscono sempre con una fiaccolata. Di più non si può sperare, pensano di sconfiggere i mali con questo teatrino. C'è sempre un motivo per farne una, ognuno può scegliere quella che preferisce: contro la mafia, contro i femminicidi, contro la pedofilia, contro il bullismo, oppure per chiedere la liberazione di persone rapite o per il ritorno di chi è scomparso.
La partecipazione massiccia è sempre garantita, in prima fila il sindaco, il parroco e le varie autorità, fra i partecipanti ci sono mafiosi, omofobi, bulli, pedofili o i peggiori individui indifferenti che passano la vita a discriminare ma pensano di espiare tutte le loro colpe e colmare le mancanze con questo gesto simbolico molto forte e poi, si sa, dove ci sono queste manifestazioni, spesso arrivano le telecamere e di conseguenza anche tante persone ansiose di mettersi in mostra, di fare vedere quanto sono brave, impegnate e quanto soffrono per le disgrazie altrui. Pronte a dare consigli e a rispondere alle eventuali domande dei giornalisti che di solito sono sempre le stesse, per questo hanno già pronte le risposte standard: chi è scomparso era gentile ma riservato, nessuno conosceva la sua vita privata, mentre la vittima di femminicidio era solare, aveva voglia di vivere, era sempre sorridente, viveva in una famiglia apparentemente normale...sì ogni tanto c'erano dei litigi ma come in tutte le famiglie e... una cosa del genere nessuno l'avrebbe mai immaginata, per quanto riguarda la vittima di mafia che viveva nel luogo dove regna l'omertà e la delinquenza, per l'occasione, gli abitanti si riscopriranno tutti antimafiosi e onesti.
Una volta spente le fiaccole e le telecamere, magari metteranno il fiocco nero del lutto sull'immagine del profilo di facebook ma presto tutto tornerà come prima, fino alla prossima disgrazia.
Penso che sia più importante agire appena c'è un allarme e non dopo, quando la tragedia è avvenuta, la vittima di femminicidio andava ascoltata, protetta e non vista come una rompipalle quando denunciava i suoi timori, la vittima di bullismo, che si è suicidata, andava aiutata prima e non emarginata, ridicolizzata fino a farla sentire ancora più diversa, sola, presa di mira da tutto il paese di merda, che dopo, quando è troppo tardi fa un'inutile fiaccolata. Chi denuncia la mafia, gli abusi di potere non deve essere abbandonato. Credo che più della metà delle persone che scendono in strada a fare le fiaccolate, in qualche modo, sia anche un po' responsabile di quello che è accaduto, ma riflettere, cambiare atteggiamento e capire gli errori sarebbe troppo difficile, meglio mettere in scena l'ipocrisia. Invece di fare gli esperti psicologi criminologi quando è ormai inutile perché troppo tardi, dobbiamo dare ascolto subito alle persone che chiedono aiuto e non sottovalutare i loro disagi... ma abbiamo troppi impegni, troppi problemi, siamo tutti un po' superficiali e vogliamo essere al centro dell'attenzione, non vediamo e non sentiamochi ci chiede aiuto. Siamo uniti nel nostro inutile campanilismo, siamo tutte brave persone e se succede qualcosa, il colpevole sarà sicuramente qualcuno che arriva "da fuori" perché da noi regnano i valori: educazione, onestà, pace, rispetto e felicità, ma quando la macchina della finzione si guasterà non servirà autoassolversi con una fiaccolata.