Morte di una sconosciuta

17.04.2014 03:57

Venerdì mattina è successa una cosa strana, ero in ufficio e subito dopo aver appreso, da una collega questa notizia, mi sono sentito stringere il cuore, la vista mi si è annebbiata e stavano per venirmi le lacrime, avevo la sensazione di avere un mattone in gola che non andava giù. Mi sono avvicinato alla mia postazione in modo da non essere visto da nessuno, non riuscivo a capire il perchè di una reazione così forte per una persona che non conoscevo. Non so niente di questa ragazza, per molto tempo non si è saputa nemmeno l'identità, perchè non aveva documenti. Forse nessuno la cercava era come invisibile e probabilmente lo è stata anche quando era in vita. Con questo gesto ha provato per l'ultima volta a chiedere aiuto, se si fosse salvata, magari ora potrebbe iniziare ad affrontare la vita in un altro modo, però non avrà una seconda possibilità. Ora è inutile parlarne, in quel momento era da sola e noi non riusciremo mai a capire cosa sia scattato nella sua mente che le ha fatto trovare la forza di fare un gesto così disperato. Rimane un senso d'impotenza e di disillusione. E' solo una notizia, poco importante, fra una dichiarazione di Renzi e il dramma della Borsa che ha aperto in calo. Fra la notizia della vittoria della Juventus e gli aspiranti sindaci che ti chiedono il voto e ti guardano con aria rassicurante dai manifesti.

Tu non eri Kurt Cobain, non tutti i suicidi hanno la stessa importanza e lo stesso impatto sulla gente Non so neanche come ti chiamavi, ma devi aver sentito insopportabile tutta questa falsità e superficialità quotidiana, a te non pensava nessuno, erano sempre tutti occupati a correre e a risolvere altri problemi. Hai voluto almeno per un attimo fermare questo meccanismo, hai creato però solo un po' di disagio nella viabilità ma nient'altro. Il giorno seguente tutti se ne erano già dimenticati. Non eri un'amica, una parente, magari dicevano di te che eri pazza, strana, antipatica. Le persone si fermano qui, al giudizio, poi non fanno niente. Mentre mi isolavo nella mia postazione, sentivo i commenti delle mie colleghe; mi arrivavano stralci di discorsi che non riuscivo a seguire per intero, mi rimbombavano nella testa "avrà avuto dei problemi"," sarà stata una persona debole", "non si può morire così", mentre io mi sentivo sempre più assente e improvvisamente ho sentito entrare il dolore di questa ragazza dentro di me, come se fosse un qualcosa di invisibile che si spostava nell'aria, per alcuni istanti ho sentito questo dolore volare sopra di me, l'ho respirato ed è entrato dentro il mio corpo. Non conoscevo questa donna,  chissà magari non ci saremmo mai conosciuti, forse eravamo completamente diversi, con idee opposte e gusti differenti, ma ho avuto l'impressione che il suo spirito prima di dissolversi sia entrato per alcuni attimi dentro di me. Non riesco a descrivere bene questa sensazione che neanche io comprendo fino in fondo, non penso che sia qualcosa di spirituale, anzi, piuttosto credo che siano solamente frammenti di umanità che la lobotomia di massa che abbiamo subito non è riuscita ad estirpare completamente dai nostri cuori. Dopo pochi attimi di smarrimento sono tornato in me, svegliato dalla voce metallica di un cliente dall'altra parte del telefono che urlava "pronto, PRONTO? ma chi è" Ho cercato di far uscire la voce ma tremava ed era rotta, dev'essere uscito un suono incomprensibile, pazienza, ho perso un'occasione di vendere, non sono mai stato un bravo venditore e sinceramente non mi importa neanche di esserlo; intanto sentivo ancora quel peso in gola e le lacrime agli occhi. Mi sono fermato, incredibile, mi stavo quasi umanizzando, ma il nostro tempo è calcolato, registrato, non possiamo sforare, dobbiamo vendere il vino, dobbiamo fare attenzione alle chiamate di controllo, vogliono sapere se rispondiamo bene! Pian piano mi sono riprogrammato, anche i robot a volte provano delle emozioni. Ho capito che le cose che faccio non sono veramente importanti, c'è qualcosa che non vediamo, qualcosa di vitale importanza, ma cazzo, ora dobbiamo vendere il vino a persone che non bevono più, siamo indietro, dobbiamo rendere conto e giustificare le nostre sconfitte e intanto una ragazza che avrebbe avuto tutta la vita davanti decide di andarsene così, fra l'indifferenza generale, senza che nessuno cerchi di capire il motivo che l'ha spinta a farlo e cosa ancora più grave, senza che nessuno faccia qualcosa perchè non succedano più cose del genere. Per questo ci sono i medici che hanno già pronti psicofarmaci per addormentare e far dimenticare i dolori. Ciao anima inquieta, ora comunque questi non saranno più problemi per te, ti ringrazio per avermi fatto questo regalo, mi hai salutato prima di andartene e mi hai fatto capire che non bisogna mai dare nulla per scontato e possibilmente andare sempre in profondità nelle cose, non dimenticherò questo giorno. Chiunque tu sia stata, ovunque tu sia adesso, riposa in pace.

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Ora sembra tutto più chiaro, almeno per chi ha sempre la verità in tasca: forse era anoressica, forse era pazza, aveva già tentato altre volte di buttarsi sotto le macchine, come se questo sminuisse la gravità di quello che è accaduto. Si buttava sotto le macchine, avrebbe potuto mettere nei casini qualcuno, quindi in un certo senso "se l'è cercata" non sto usando parole mie, sia chiaro. Io penso però che non dovremmo dare giudizi affrettati, perché non possiamo capire il dolore di chi fa una scelta del genere, certo che se l'è cercata. Il fatto che avesse già tentato altre volte, non è una giustificazione o una rassicurazione perché tanto prima o poi l'avrebbe fatto di nuovo, ma è ancora più preoccupante, perché evidentemente questi erano altri tentativi, non percepiti da nessuno di attirare l'attenzione e mi stupisco che girasse da sola se aveva questi precedenti. Non nascondiamo la realtà, dobbiamo ammetterlo che il mondo non vede queste persone. Poche settimane fa si buttato sotto il treno a Moncalieri un ragazzo giovanissimo per una delusione d'amore, oggi si è buttata da un balcone una ragazza di 14 anni vittima dei bulli che la prendevano in giro. Non importa il motivo e non importa se la società non dà importanza a queste vite perché non ritenute sane. Se questo non ci fa nessun effetto, o se ci limitiamo a catalogare questi casi come incidenti, evidentemente il processo di disumanizzazione messo in atto nei confronti delle persone sta riuscendo bene. Nel mondo non c'è spazio per chi è difettoso, chi è in difficoltà o è diverso. Chi non funziona bene viene ignorato o deriso. Bisogna andare alla stessa velocità dei vincenti, di quelli che hanno tutto e non hanno mai bisogno di niente. In questo modo chi ha dei problemi, è visto come uno sfigato, una persona inutile. Non serve la forza, non serve ribellarsi se si è soli. Quando arriva la solitudine, forse è troppo tardi. Vedo a volte dei post di gente fiera di non aver mai perso il sorriso anche quando ci sono difficoltà, o di chi esteriormente appare allegro ma dentro soffre. Bene, complimenti, ma non dimentichiamoci di chi non riesce nemmeno più a sorridere o a fingere di star bene. Io, con il tempo, ho imparato a scherzare sui fallimenti, ma non è semplice e non tutti ci riescono. Forse bisognerebbe guardare più nel profondo le persone, cercare di capire anche i dettagli, persino le cose non dette; non è sempre facile e non è del tutto colpa nostra se non ci riusciamo. Non c'è tempo, tutti dicono "show must go on" e pensare che forse, al contrario, basterebbe proprio solo fermarsi ogni tanto, ascoltare, tirare fuori il dolore, perché fa malissimo tenerlo dentro, nasconderlo e non è possibile farlo per sempre. Questa ragazza aveva provato già altre volte a fare uscire questo malessere, nel modo sbagliato, ma nessuno si è accorto. Una delle cose che dovrebbe differenziarci dalle macchine è proprio il fatto di provare sentimenti e di possedere la capacità di fermarci quando c'è qualcosa che non va. Le macchine si fermano quando si rompono, se si possono riparare rapidamente potranno ripartire altrimenti si buttano via. Così stiamo diventando noi, sempre di più. Ora che so qualcosa in più su questa ragazza, non mi pento di quello che ho scritto, la sua vita non era meno importante di un'altra, forse potrò sembrare ingenuo, un po' infantile e scontato, ma fortunatamente sono riuscito a superare la fase in cui bisogna farsi accettare ad ogni costo. Se ti sto antipatico pazienza, te ne farai una ragione. Io sono così, cerco solo di tirare fuori quello che ho dentro, non sempre è bello, ma è la cura migliore.