Musica

E’ sempre stata con me, nei momenti belli, nei momenti brutti, ha accompagnato ogni attimo della mia vita come una colonna sonora infinita, quando c’era allegria, tristezza, rabbia, è stata ed è una valvola di sfogo, è stata con me quando avevo il mondo contro e nelle sconfitte, lei è il mio mondo nel quale mi rifugio quando c’è qualcosa che non va o quando voglio sognare. La musica mi ha accompagnato da sempre, fin da quando avevo 6 anni, ascoltavo la radio, i dischi di mio papà i Rolling Stones, gli Shadows , i Beatles, poi ho iniziato con la musica che era in classifica, all’inizio mi piaceva la musica commerciale e da discoteca ma anche quella distorta come gli Europe, mi piacevano le canzoni di Bennato soprattutto quelle rock. Erano gli anni '80 di Culture Club, Spandau Ballet e Duran Duran,Twins, gli italiani erano i Righeira, Gazebo e molti altri ora sconosciuti. In quel periodo ero ancora troppo piccolo per andare alla ricerca di materiale alternativo.

Un giorno però un mio amico arrivò a casa mia con una cassetta, mi disse di ascoltarla perché secondo il suo parere era bellissima,qualcosa di rivoluzionario e sarebbe piaciuta sicuramente anche a me. Si trattava di Live after death degli Iron Maiden, era il 1988 e fu una vera svolta nei miei gusti musicali; per la prima volta entravo in contatto con l’heavy metal, un mondo a parte, un mondo sconosciuto molto affascinante; pian piano decisi di approfondire l’argomento con Metallica, Megadeth, inziai ad ascoltare la musica thrash e il death metal con i Death, forse il migliore gruppo del genere.Le persone che avevo attorno però non riuscivano a capire il mio cambiamento,cominciarono ad isolarmi. Mi rendo conto che è difficile spiegare ad un ragazzino di oggi com’erano gli anni 80 per chi era fuori dal gregge. Sono stati anni spietati, chi non era omologato era emarginato, erano gli anni dei paninari,degli yuppies, del volere potere e dell’ossessione per le firme, nessuno riusciva a capire le mie maglie strane con teschi o mostri, le mie toppe, i capelli che si allungavano. Sentivo i commenti quando salivo sul pullman nel tragitto per andare a scuola, il mio amico Claudio(Quello che mi aveva dato la cassetta degli iron) ed io eravamo presi di mira dai nostri coetanei, perché è molto complicato comprendere le persone che escono dagli schemi e non seguono la massa. La via più semplice per sentirsi sicuri ed essere accettati dagli altri è quella di deridere e giudicare senza avere idee proprie. E’ stato un po’difficile, nessuno mi obbligò a fare quella vita, era qualcosa che sentivo dentro,per esprimere la diversità,l’orgoglio per le mie passioni, per le mie idee,per le mie scelte diverse da quelle degli altri. A volte mi facevo prendere dallo sconforto mi sentivo perdente e sfigato poi mi abituai e addirittura il disagio diventò l’unica situazione nella quale mi sentivo a mio agio!

In quegli anni si iniziava a parlare del rap, in Italia in modo commerciale ma, io ero molto incuriosito, volevo conoscerlo meglio perché mi sembrava un’idea fantastica, una cosa rivoluzionaria, ho iniziato ad ascoltare Run Dmc e Public Enemy; effettivamente era una situazione stranissima perché ero incompreso anche dai metallari, erano anni di divisioni forti fra le varie fazioni e non esistevano persone con la passione per il rap, ero l’unico in assoluto fra i miei conoscenti e per i metallari era un'eresia! Mi affascinava il fatto che non si utilizzassero gli strumenti tradizionali per fare una canzone rap, ma semplicemente un microfono con 2 giradischi!

All’inizio degli anni '90 ascoltavo spesso So far, so good, so what dei Megadeth, in questo disco c’era una canzone che mi colpì particolarmente era Anarchy in the UK, una cover dei Sex Pistols che era un gruppo punk che non conoscevo molto. A furia di ascoltarla mi venne la voglia di conoscerli meglio e di capire cosa fosse il punk, tra l’altro un giorno in un negozio di dischi rimasi colpito da un disco chiamato “Loco Live” di un gruppo punk chiamato Ramones, canzoni cortissime, semplici orecchiabili, irresistibili, è stata un’altra svolta, ho scoperto il mondo del punk ma anche l'hardcore impegnato dei Dead Kennedys e la scena del punk hardcore italiano, il diy, l’autoproduzione, l’autogestione, i posti occupati e tutto quello che gravita attorno a questo mondo.

Il 1992 fu un anno di grandi cambiamenti perché le radio davano più spazio al rock alternativo italiano, ci furono tantissimi gruppi nuovi come quelli del Consorzio Peoduttori Indipendenti e quelli vecchi storici come timoria e litfiba iniziarono dopo tanti anni a conquistare la notorietà ."Nevermind" dei Nirvana passava su tutte le radio, anche su quelle commerciali e mtv e questo diede la spinta a tanti gruppi nuovi per uscire dal buio. Sempre nel '92 la musica da discoteca diventò molto dura, techno, suoni distorti ripetitivi a volte anche senza melodia, senza cantanti, fatta interamente con i campionatori. Anche se era materia dei truzzi mi colpì molto questo modo di fare musica e solo molti anni più avanti la musica elettronica dance anche grazie all'arrivo della drum 'n bass" riuscì ad ottenere l’attenzione di un pubblico più “alternativo”.

Poi, sempre nel '92, non possiamo non parlare delle posse, finalmente anche in Italia il rap, il reggae con testi in italiano, che parlavano di temi sociali, un po’ come il punk italiano negli anni '80. Le posse erano molto legate ai centri sociali in quel periodo, poi l’hip hop cambiò molte facce, passò periodi interessanti e periodi squallidi.Verso la fine degli anni '90 imparai anche ad apprezzare la musica acustica, psichedelica,la musica lenta, quella riflessiva e malinconica di Sophia, Spain, Smog, Labradford, Mazzy Star e il trip hop soprattutto Portished ma anche Massive Attack, Tricky. In tutto questo tempo la febbre per il vinile per i ‘7 per i picture le edizioni limitate numerate è sempre cresciuta, ho un bel ricordo di quando si andava a Torino, ad Alessandria o nei mercatini a cercare dischi rari, insomma si può dire che nel corso di questi anni sono rimasto affascinato a 360° da molte novità, la musica ha saputo evolversi ma è rimasta sempre come il primo giorno in cui l’ho conosciuta, è sempre stata un’amica fedele,non mi ha mai abbandonato ed è stata l’unica arma che ho avuto e che ho ancora per fuggire dalla realtà ,arte per esprimere i propri sentimenti e idee non solo con le parole ma con suoni che fanno viaggiare anche stando fermi e quindi devo ringraziarla, probabilmente mi ha anche salvato la vita nei momenti di scazzo.

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