Senso d'abitudine come arma

25.06.2012 01:01

Le persone che stanno al potere, che ci dicono quello che dobbiamo fare, hanno a disposizione un'arma molto utile, indispensabile: il senso d'abitudine, con cui possono manipolare le nostre vite a piacimento. Basta che ci convinciamo che una cosa va fatta, anche se non ci piace, possiamo incazzarci, protestare, raccogliere firme, denunciare, dirlo a tutto il mondo, scherzarci o piangere ma poi pian piano, la facciamo, anche se non  siamo d'accordo, alla fine ci abituiamo e come per magia, anche la cosa più assurda che avremmo giurato di non fare mai, diventa una consuetudine.
Quanti esempi ci sono nella storia, non basterebbe un libro per raccontarli tutti. Fin dal passato, abbiamo fatto cose aberranti che giudicavamo normali per abitudine, l'esempio più tragico é quello dei nazisti, delle SS nei campi di concentramento che ammazzavano persone senza rendersi conto de
lla gravità. Era diventato tutto come un lavoro, un incarico da eseguire senza pensare e con la totale assenza di sentimenti.
Ogni tanto ci hanno permesso anche di protestare, perché siamo in democrazia, il nostro é un paese ocidentale civile e progredito, non ci viene negato il diritto di lamentarci. Le manifestazioni però sembreano sempre di più dei giganteschi raduni. Ho sentito dire molte volte, quando si parla di una manifestazione di protesta: "é stata una festa", in effetti spesso i cortei di protesta hanno molto in comune con le feste: la musica, i palloncini, le bandiere. Secondo me tutto questo é sbagliato, se si tratta di una atto di lotta indetto da persone che stanno male, non c'é nessun motivo per festeggiare. Abbiamo il diritto di manifestare ma a sera ,tutti a casa, dopo aver lasciato tutto in ordine. Magari ne parleranno in tv e poi tutto tornerà come prima o peggio. C'é pericolo che ritorni la violenza degli anni '70, mentre quella che subiamo noi ogni giorno sembra sia normale. Non ci stupiamo più quando ascoltiamo quotidianamente notizie di persone che si suicidano a causa di problemi economici, ci hanno detto che in Grecia é ancora peggio e noi, contenti ringraziamo e andiamo avanti così. Presto cambierà la riforma del lavoro, c'é da dire che in questo campo l'abitudine ha giocato un ruolo fondamentale, fin dalla nascita delle agenzie per il lavoro interinale ad oggi, si é poi lavorato per convincere la gente e considerare normale il lavoro precario. Non ci meravigliamo di contratti di una settimana, senza mutua, con stipendi bassi, senza ferie, senza la possibilità di scioperare o anche solo protestare. Nel corso degli ultimi dieci, quindici anni abbiamo perso numerosi diritti sul lavoro che, sono stati tolti in silenzio e una volta spariti ci siamo pian piano abituati a starne senza e anzi, siamo arrivati a giudicare sovversivi quelli che li vorrebbero di nuovo. Il grande lavoro di indottrinamento si sta chiudendo con la più grande riforma, quella più difficile da fare accettare, perché dovrebbe prevedere l'abolizione dell'articolo 18. E' da tanti anni che cercano di convincerci che questa sia l'unico modo per far ripartire l'economia e creare occupazione, questa volta sono sulla buona strada,credo che presto riusciranno ad eliminarlo, non siete contenti? Lo fanno per voi, per creare nuovi posti di lavoro.Vogliono convincervi che il problema sia la pensione, si andava troppo presto in Italia, c'era ancora qualche anno di tranquillità prima di morire, ma erano anni sprecati perché non si é produttivi nel riposo. Oltre a quello delle pensioni, esiste il problema di quelli che hanno il posto fisso, che godono dei diritti conquistati dopo anni di lotte, cancellati con l'abitudine. I lavoratori oggi sono completamente ricattabili ed é diventata una cosa normale, chi dice qualcosa, é visto come pazzo, come uno che non ha voglia di faticare e, non vuole tirare la cinghia. I sacrifici non sono una cosa normale, non si può passare la vita a fare rinunce per aiutare il governo. Provate a svegliarvi e guardate quali sacrifici fanno quelli che li chiedono a voi? Lo stesso discorso vale per l'economia, ci siamo abituati all'euro, abbiamo cambiato le nostre leggi per essere come l'Europa, dobbiamo seguire uno schema evolutivo ben preciso, scuola, matrimonio, famiglia, dobbiamo farci valutare sempre da altri, da persone preposte a dare un giudizio su di noi . Persone che decidono come sarà la nostra sorte. Abbiamo l'obbligo non scritto di sposarci con il ricevimento gli invitati, le foto e poi avere figli, fare un mutuo, mettere i pochi soldi che rimangono in banca per far andare avanti l'economia, il sistema, perché lo fanno tutti. Aumentano le tasse, la benzina, ci lamentiamo, insultiamo, facciamo la guerra fra di noi, a volte prendiamo in giro chi ci sfrutta ma poi paghiamo, non possiamo non portare avanti le abitudini, non riusciamo ad immaginare un altro mondo diverso perché ci hanno detto che questo è l'unico e il migliore possibile e anche se non ci piace ci siamo abituati. Ci hanno detto che le guerre che abbiamo fatto erano giuste e ci siamo convinti che non ci fossero alternative, sono diventate abitudini, spettacolo. I politici rubano, noi al massimo ridiamo, li insultiamo ma li lasciamo dove sono, anzi magari alle elezione li rivotiamo pure, perché se vincono gli altri é ancora peggio. La corruzione, la mafia sono cose alle quali non facciamo nemmeno più caso, sperchè le subiamo quotidianamente. E' normale che sul lavoro, in ospedale, in posta o in mille altri posti se hai una conoscenza, hai anche delle agevolazioni. Tutto é scontato, programmato, pianificato e le persone recitano una parte in un teatrino, tutti sanno come andrà, a volte qualcuno si illude che possa cambiare qualcosa ma non per molto. In realtà non decidiamo niente, ci dobbiamo abituare a quello che hanno scelto altri per noi!