L'atmosfera natalizia

26.12.2012 21:13

 Ci risiamo, ogni volta é così, questa strana sensazione che provo nei giorni di festa, soprattutto a Natale, lascio la tv accesa per avere l'impressione che qualcosa sia vivo. Guardo attentamente un sms appena ricevuto, i classici auguri di tanta gioia e salute per l'anno nuovo. Spero che non sia un messaggio standard, mi auguro che ogni parola sia proprio stata scritta pensando a me, penso che una persona ha perso qualche istante della sua vita e l'ha dedicato a me, mi sento un po’ più importante.Non riesco a capire che cosa sia questo malessere, questo é solo un giorno come un altro, però é una giornata di festa, mi manca la spensieratezza dell'infanzia, quando in questi giorni ero felice, c'erano tante persone, tante sorprese e questo periodo mi sembrava magico. Mi ricordo l’attesa e la sorpresa per i regali da scartare che spesso contenevano dei giochi che usavo lo stesso giorno di Natale. Quest'atmosfera inizia a sentirsi già dall'inizio di dicembre e ogni anno, non riesco mai a rimanere indifferente, mi perdo nelle luci colorate intermittenti. Mi provocano la stessa sensazione che si verifica quando ascolto una bella canzone malinconica. Faccio un lungo sogno, un viaggio con la mente, mi fa male, ma è indispensabile, ne ho bisogno, sono a mio agio con questo stato d'animo. E'un po'come fumare, sai che fa male, ma non riesci a smettere. Passo da brevi momenti di allegria ad altri di tristezza. Sul mio albero di Natale, ci sono degli addobbi che hanno trent'anni,ogni dicembre escono dallo scatolone in soffitta e per tutto il mese li guardo, penso al tempo che è passato, a quello che non ho più, a ciò che non tornerà. Nella mente scorrono tante fotografie di momenti felici e attimi difficili. Chissà come sarà quest'anno? Gli anni passati non si cancellano, sono come tatuaggi che in questo periodo si scoprono. Dall'inizio del mese fino al venticinque cresce l'attesa, che è sempre la parte migliore delle feste, perché bene o male, il giorno di Natale è inevitabilmente una delusione, una giornata come un'altra, in ogni caso inferiore alle aspettative. In quest'attesa c'è un po' di magia ma anche un po' di spleen, l'ideale per perdermi, senza direzione e barcollare nella folla come un ubriaco fra la gente allegra che corre sicura nei centri commerciali, con le idee chiare su quello che vuole, pronta a fare acquisti e quasi mi dimentico che anche questa festa, come tutte le altre, si basa solo sul freddo consumismo. Io penso che vorrei fare regali tutti i giorni alle persone importanti della mia vita, ma non solo a loro, anche a chi non conosco e per qualche motivo non riesce più a sorridere,chi ha perso ogni motivazione, chi è malato, chi è solo, chi non riesce più ad andare avanti, chi si sente sconfitto, però, mi accorgo che la realtà non cambia, anzi, non c'è nulla di magico e a gennaio si faranno i conti e non torneranno, si farà l'inventario per ricominciare peggio di prima, di nuovo di corsa, senza voltarsi, calpestando chi cade per sopravvivere, per pagare i debiti, per svolgere il proprio ruolo. Gli addobbi torneranno nello scatolone in soffitta e rimarrà la sensazione di straniamento. E' un vero peccato che Babbo Natale non esista, non si dovrebbero illudere i bambini perchè questa è solo la prima di una lunga serie di inganni che troveranno nella loro vita, i bambini non dimenticano le promesse non mantenute quando le illusioni cadono, si cresce di colpo, in maniera violenta. Io,ad esempio,quando ho capito che non esisteva babbo Natale, ho fatto finta di crederci ancora perché non sono mai più riuscito a provare quelle emozioni che sentivo da piccolino, come quando mi sveglio dopo aver fatto un bel sogno e cerco di riaddormentarmi per riviverlo, anche se so che non è reale. E'stato duro scoprire che anche il Natale è finto,che é una scusa per far spendere soldi alle persone, ho scoperto poi che le riunioni di famiglia spesso sono false e ipocrite. Ho iniziato a scoprire che a Natale non sono tutti più buoni, anzi probabilmente é il contrario. Non c'é niente di magico nei turni massacranti che i padroni fanno fare per aumentare il fatturato prima delle feste, non c'é niente di santo nei negozianti che aumentano i prezzi per la sete di soldi, come non c’é niente di buono in chi massacra gli animali che verranno utilizzati nei cenoni. Le persone disgustose non cambiano, rimane tutto uguale anche se semplicemente non lo vediamo. Non ho solo ricordi belli del Natale, ricordo anche litigate, ricordo il dolore per un amore non corrisposto proprio in questo periodo, ai tempi della scuola. Ho nella mente le tante volte che ho pianto e non ricordo quante volte ho detto "questo é il Natale più brutto" e poi spesso ne arrivava un altro ancora peggiore. La cosa brutta é che ho la certezza che quella sensazione che provavo da bambino non tornerà più e col tempo tutto potrebbe peggiorare ancora di più. A volte penso di essere convinto che debba succedere veramente qualcosa di bello in questi giorni, a volte vorrei fermarmi ad aspettare, c'é sempre un'attesa che non porterà a niente. Non succede niente, rimango con l’amaro in bocca, tutto immobile, tutto immutato, solo il sapore di vino e il mal di testa per aver alzato un po’ il gomito, perché in questi giorni è concesso anche qualche eccesso, bisogna festeggiare!  Mi sveglio il 25 e di sfuggita, istintivamente guardo se c'é qualche sorpresa sotto l'albero, forse dovrei smettere di fare gli addobbi e pensare che questi sono solamente giorni uguali agli altri ma, non riesco a farne a meno, ogni anno ripeto gli stessi riti. Ogni anno viene fuori la parte di me che credevo morta. Forse incosapevolmente cerco acora quell'emozione persa.Non sono padre ma penso che vedere la gioia negli occhi dei bambini a Natale faccia parte di uno dei momenti più belli nell'esistenza di un genitore, ci sono però tanti bambini che soffrono, tante persone abbandonate, per loro non é Natale mai e chissà come si sentono in questo momento, probabilmente invisibili, come mi sento anch'io le tante volte in cui non riesco a farmi coinvolgere da quest'euforia. La stessa cosa avviene anche per le altre feste, mi trovo spesso a disagio quando vedo tutti che si divertono e io non riesco, devo sforzarmi. In fondo sono solo giorni, ore, minuti che passano, ma la differenza è che in queste giornate bisogna essere felici. Odio le feste perché quando finiscono mi lasciano sempre un po'di delusione. Ogni volta che ho partecipato ad una festa, all'inizio avevo tante aspettative ma poi finivo sempre col bere e con una voglia fortissima di piangere.Che dire poi di capodanno, sentire i rumori in lontananza dei petardi é la cosa peggiore e il programma in tv con la solita dicomusic anni '70. Quando poi, tutti soddisfatti, ubriachi, si riposano, dormono, io li guardo, osservo tutto, mi sento così fragile, con un nodo in gola e penso che vorrei tutto diverso. Mi chiedo sempre come facciano gli altri a portare avanti tutto questo, per me é enormemente pesante, so di essere antipatico, asociale perché non mi diverto come la gente "normale" e non sono nemmeno in grado di fingere, anzi, c'é anche il rischio che rovini la festa con la mia negatività, quindi mi chiudo, con la speranza che il sonno arrivi presto, con i miei pensieri che raramente comunico. In realtà con tutte le cose brutte che stanno succedendo nel mondo, anche vicino a noi, ci sarebbero ben poche ragioni per festeggiare. Chi é felice é sempre un po' egoista, pretende che tutti condividano lo stesso stato, tutti devono girare alla sua velocità, non riesce ad immedesimarsi in chi non lo é, ma nello stesso tempo anche chi non é felice é spesso in qualche modo un po' invidioso e condiziona gli altri. Da anni poi non festeggio più neanche il compleanno, un'altra tradizione che vivo in modo strano, mi fa sempre piacere sentire gli auguri da tante persone ma anche questa é un'illusione. Le feste con tante persone mi tolgono le forze, preferisco rapportarmi con poca gente. Tutta questa lunga riflessione, forse é nata solo per dire che mi piacerebbe tantissimo tornare indietro nel tempo e credere di nuovo alla magia, tutta questa realtà razionale rischia di togliermi i sogni. Ho vissuto sempre grazie ai sogni, sarebbe veramente un grosso problema se non riuscissi più a sognare.  Nel 2013 spero di avere un po' più di tempo da dedicare a me stesso senza pensare solo agli obblighi. Un grosso augurio di buone feste a tutti voi, non pretendo tanto, spero solo che il 2013 sia un po' più bello di questo 2012.

IL GIORNO DOPO NATALE

Anche quest'anno Natale è passato, ci sono solo io ora, in questa stanza, sento la pioggia che batte sui tetti e il vento che soffia, sembra più un clima autunnale che natalizio, dall'altra stanza arrivano i rumori della tv, c'è il tg che parla dell'allerta meteo e dei danni del maltempo al nord. Mi siedo un attimo, le persiane sono chiuse, oggi non c'è fretta, mi sono alzato tardi, c'è l'atmosfera del giorno dopo l'evento, quello  tanto atteso, la giornata festiva nella quale bisogna fare, per forza, qualcosa di speciale. Quando finisce, rimane sempre un po' un senso di insoddisfazione, di sconfitta, di stanchezza e anche se non è successo niente, con poca voglia di ricominciare la vita di ogni giorno. In queste due giornate ho lasciato libero sfogo alle mie emozioni, a quello che ho dentro, non ho voluto frenare i pensieri come faccio di solito, ma ancora poche ore, poi ritornerò al lavoro e non avrò più tempo di pensare. Guardo l'albero con le luci colorate e inevitabilmente il mio sguardo cade sul pupazzetto di babbo  natale, quello che c'è sempre stato, anche dove abitavo prima, era il pupazzo che metteva mia nonna Argentina, babbo natale con le mani giunte, dove lei mi faceva trovare dei soldi per comprarmi "qualcosa che mi faceva piacere" perché non sapeva mai che regalo fare. Lo guardo e mi lascio trasportare con la mente in quel periodo passato di tanti anni fa, come se la sua assenza fosse solo un incubo e potessi ritornare veramente indietro, quando da piccolo, mi svegliavo con la curiosità di andare a vedere cosa c'era sotto l'albero e osservare la reazione di chi scartava i regali che avevo fatto io. Poi mangiavo tanti dolci e al pomeriggio giocavo a monopoli, indovina chi, l'allegro chirurgo o altre giochi del genere. Fuori, spesso nevicava e io avevo fatto il pupazzo di neve con la carota come naso, le castagne al posto degli occhi, la sciarpa e il berretto. A volte mangiavo anche la neve, all'epoca si poteva ancora fare, ora sarebbe da suicidio con i veleni che ci sono nell'aria....improvvisamente sento miagolare, Lulù, la mia gattina , mi riporta al presente, è venuta a chiamarmi, vuole uscire, mi sembra che mi guardi un po' stupita, forse non riesce a capire come mai sul mio viso scendano le lacrime e come mai io sia rimasto come ipnotizzato davanti a quel piccolo pupazzo rosso che, in ogni caso, continuerò a mettere ogni anno; chissà, forse, dentro di me, c'é la speranza, una volta o l'altra che possa accadere un miracolo e che un giorno, io riesca a ritrovare un  biglietto di mia nonna fra le mani del pupazzo, lei mi scriveva sempre un bigliettino, anche negli ultimi anni di vita quando la mano le tremava. Mi rendo conto che è un pensiero un po'ingenuo, infantile, smielato e persino ridicolo per questi tempi moderni, in cui dobbiamo sembrare tutti aggressivi per sopravvivere ed essere considerati. Un pensiero tipico di Natale, che dura solo un giorno, concedetemelo, poi tutto sarà di nuovo soffocato dalla realtà di tanti giorni uguali. E' giusto, prendere un po' di tempo per sognare e credere ancora nelle favole, non solo a Natale. So benissimo che non potrà mai capitare una cosa del genere, mia nonna è morta quattro anni fa, ma io sono ancora molto legato a lei e a quel pupazzetto, mi sembra che sia un mezzo con il quale riesco ancora a comunicare con lei. Quel piccolo babbo natale non può mancare mai in questi giorni, anche se ogni volta che lo vedo, sento un nodo in gola perché riguardandolo mi viene in mente lei e penso che forse è un po' strano sentire ancora così forte la sua mancanza. Aveva 89 anni quando è morta e bene o male questo è il corso della vita per tutti. Forse sto invecchiando, però, anni fa, ricordavo più allegria in questi giorni, anche quando aveva l'alzheimer e non ricordava più niente, mi bastava sentire la sua voce ed era già un regalo.... mi alzo, Lulù continua insistentemente a miagolare, la faccio uscire, fa due passi, vede che piove a dirotto, si gira, mi guarda e come se mi volesse dire "ma chi me lo fa fare" torna di corsa in casa. Sorrido, provo ad accarezzarla, ma scappa via irritata e delusa per aver dovuto rinunciare alla passeggiata. Fra poco tutto tornerà come sempre, sarò di nuovo di corsa, con i conti che non tornano mai, con le tante cose iniziate e mai portate a termine,  gli sforzi fatti che non bastano mai, con i problemi da risolvere fra persone che si lamentano, ma in questi giorni, prima che babbo natale ritorni nel cassetto, quando passerò davanti all'albero, uno sguardo lo darò sempre, per vedere casomai stringesse qualcosa fra le mani