Come se fosse l'ultimo giorno

25.09.2013 05:27

Il soffitto bianco della stanza è la prima cosa che noto appena apro gli occhi, negli istanti successivi sento il cuore in gola, un'agitazione pressante che mi stringe, mi soffoca e mi impedisce di respirare, provo una grande stanchezza, come se non avessi dormito affatto. Sento un gusto amaro in bocca, deglutisco e mi sembra di mandare giù un mattone e poi penso che non mi devo spaventare. Mi sento un po' confuso, non ricordo bene che giorno sia. Forse è domenica, posso rimanere ancora un po' a letto, poi improvvisamente mi accorgo che è lunedì e sono anche in ritardo. Avverto una strana sensazione di pesantezza nei movimenti, difficile da descrivere. Ripeto macchinalmente gli stessi gesti ogni giorno, ma oggi sembra che tutto, anche il più piccolo dettaglio abbia un'importanza enorme. Forse per la prima volta penso a tutto quello che faccio e mi rendo conto che negli ultimi anni, poco è rimasto di umano in me e nelle persone. Siamo tutti come delle macchine programmate che devono rispettare orari e funzionare bene. Esco e mi guardo attorno un po' spaesato, scruto attraverso il finestrino le persone che incrocio in strada, la gente che cammina sul marciapiede. Un'infinità di persone, tutte apparentemente sicure, invincibili e fiere. Ognuno è perso nel proprio mondo, ognuno ha una meta, anche piccola, arrivare in orario in ufficio, fare la fila in posta per pagare la bolletta, trovare un parcheggio, sorpassare per arrivare prima ad un appuntamento e poi dover aspettare  perchè in anticipo. Tutti vivono come se avessero un tempo infinito, come se non ci fosse una fine per ogni cosa. Io penso a tutto quello che vorrei fare ma non posso e improvvisamente ho un presagio, mi sento come se stessi vivendo l'ultimo giorno della mia vita. Pian piano diventa nitido il sogno della sera prima: Io fermo ad una stazione di servizio, chiedo il pieno e la lancetta della riserva non si muove. Il distributore non si ferma mai, la cifra da pagare diventa altissima e l'indicatore immobile, non si sposta di un millimetro. Di quanta benzina avrei ancora bisogno per realizzare i miei sogni, per affrontare i miei incubi ma il serbatoio non si riempie, mi mancano le forze e aumenta solo il prezzo da pagare.

      

 Oggi mi sento come se fosse l'ultimo giorno e mi spiace di viverlo come tutte le altre ripetitive giornate, ma non riesco ad uscire dai binari, sono in fila al semaforo, quando viene verde devo proseguire e in fretta, perchè tutti sono di corsa, non c'è spazio per le incertezze, bisogna avere le idee chiare, non posso cambiare direzione, anch'io ho le mie piccole mete da raggiungere ogni giorno, ho i miei piccoli obiettivi che mi permettono di mantenere un minimo di ordine e non creare imprevisti agli altri. Mi lascio trasportare da questa resa, non mi oppongo a quello che accade, lascio che si ripetano ogni giorno le stesse situazioni, le stesse frasi, perchè quando un tassello va fuori posto, come in una catena di montaggio, si blocca la macchina e deve arrivare subito un tecnico a ripararla, perché la macchina ha un solo scopo: produrre e funzionare bene, se non si può più aggiustare si butta via e io non saprei dire che cosa c'é che non funziona, perché questo ingranaggio si inceppa sempre, perché non mi basta sapere qual é il mio compito, dov'é il mio confine. Non riesco ad essere come gli altri pezzi di questo mosaico, la colla su di me non funziona, ci ho provato ma sono difettoso, sarei da buttare, ma nonostante tutto sono ancora qua, con tante difficoltà, ma anche tante speranze di poter essere felice. Dopo ogni porta chiusa in faccia, dopo ogni sconfitta, ho sempre detto: la prossima volta andrà meglio, ho sempre aspettato pazientemente, pensando che sarà sempre domani il giorno della rivincita, senza tenere però in considerazione che un giorno non ci sarà più un domani. In questi giorni mi sono reso conto che la vita può cambiare all'improvviso, da un giorno all'altro, dalla sera alla mattina e noi siamo impotenti, non possiamo riavvolgere il nastro, mettere in pausa, andare al rallentatore o fare dei tagli, siamo fragili, aggrappati ad un ramo durante una tempesta, sperando che passi velocemente, perchè ci siamo salvati già altre volte, ma non è detto che sarà sempre così. Arrivo di corsa in ufficio, riesco a timbrare il cartellino un minuto prima della scadenza... primo obbligo portato a termine. Di corsa vado verso la mia postazione e non penso più a niente, solo che devo correre e sono in ritardo, ma appena entro sento una collega che diligentemente si è già collegata ed è in linea con un cliente e in quel momento dice: "ne approfitti signora, questo è l'ultimo giorno per aderire a questa promozione" Mi blocco, un brivido percorre tutto il mio corpo, avevo dimenicato tutti i pensieri di prima e se oggi fosse veramente l'ultimo giorno per me? Sento di non aver più tempo per fare quello che voglio, sono come prigioniero ma non riesco a fermarmi. Prendo posto ed inizio il mio compito, dobbiamo avere tutti un ruolo. Passa lenta la prima ora e io penso a quante cose non rivedrò più, dopo poco arriva anche un cerchio alla testa e di tanto in tanto mi sembra di non riuscire a respirare. Cerco di non farmene accorgere, il mio obiettivo è quello di sembrare il più possibile a mio agio. Mi domando se quello che sto facendo abbia un senso, vedo la gente dare importanza a cose che in realtà non contano niente. Prima o poi ci sarà un ultimo giorno e io non lo vorrei passare così, ma non riesco a liberarmi da queste catene. I miei impegni, le mie preoccupazioni, non sono niente, non servono a nulla, li utilizzo a riempire la mia esistenza. Non riesco a godermi il mondo e la mia unica vita. Penso con un po' di sconforto che persino l'ultimo giorno non sono riuscito a cambiare le mie giornate, nemmeno per una volta, non sono stato in grado di sottrarmi dal fare quello che altri hanno voluto farmi fare. Una forza mi spinge sempre a mettere tutto a posto, in ordine, a fare le cose come vanno fatte, a rispettare orari, file e a far contenti tutti, a dire quello che le persone vogliono sentire, ma ora sento che il tempo è sempre meno. Finalmente arriva la notte, quante ne ho passate sveglio, in compagnia o da solo ad ascoltare musica, leggere, scrivere, suonare, ma questa è diversa, esco sul balcone, vedo un pipistrello che continua a seguire ripetutamente e affannosamente lo stesso percorso circolare, senza vedere niente, seguendo solo il suo radar. Va avanti così per ore, per tutta la notte, non smette mai. Mi accorgo che è un po' quello che faccio io, correre per raggiungere non si sa che cosa. Poi alzo gli occhi, il cielo è stupendo, guardo in alto, posso scorgere un numero illimitato di stelle, vorrei avere una scala infinita e salire sempre più in alto, osservare tutto quello che è possibile vedere, dove finisce quello che noi chiamiamo universo, però mi rendo conto di quanto io sia piccolo, un essere minuscolo, che vive su un puntino chiamato Terra. Quante cose ancora non sappiamo e non sapremo mai, comunque questo silenzio mi tranquillizza un po', guardo in alto e anche senza ali mi immagino di volare, di alzarmi sempre di più, vedo Alba dall'altro, le luci delle macchine che passano in corso Cortemilia sembrano degli insetti velocissimi che corrono nella loro tana, ma non esiste un rifugio, non esiste un posto dove possiamo nasconderci quando arriva l'ultimo giorno e improvvisamente mi accorgo della mia fragilità, delle mie insicurezze, di non saper volare e cado, precipito. Sento l'aria che batte forte contro il mio corpo mentre scendo. Dopo i primi attimi di spavento, mi accorgo che è una discesa lenta, non ci posso fare niente e l'aria fresca è addirittura piacevole, mi guardo attorno e mi accorgo che di notte, tutto assume una forma diversa, anche gli oggetti sembrano vivi, i lampioni, le insegne. La luna piena, enorme, gialla, luminosa, sembra più vicina del solito. E’ la mia immaginazione, è un sogno, ma chissà a volte i sogni sembrano così reali! Ritorno in me, mi ritrovo di nuovo sul balcone, strano mi è parso quasi di sentire un abbraccio, un calore, anche se in questo momento non c'è nessuno e inconsapevolmente mi accorgo di avere le lacrime agli occhi, arrivate come un temporale improvviso. E' stata una giornata pesante, sento che pian piano questa inquietudine sta passando, tuttavia sono convinto che in fondo vorrei ringraziarla, non è stata la mia ultima giornata, però ho sentito il bisogno di fermarmi un attimo per dare importanza alle cose che contano. La vita è una e passa troppo velocemente, non ci porteremo dietro la "performance" Questo malessere mi ha obbligato a pensare, sicuramente non dimenticherò questa sensazione e penso che sia sbagliato vivere senza pensare, perchè si brucia la vita. Mi sono reso conto che non riesco a distinguere un giorno dall'altro e intanto, il tempo passa e lascia solo rimpianti. Prima di dormire, penso che ormai sono sicuro, fortunatamente questo non è stato l'ultimo giorno, avrei voglia di stare ancora un po' fuori a viaggiare con la mente, in cielo, fra le stelle, ma l'estate è finita, iniza a fare freddo e fra poche ore la sveglia suonerà e inizierà una delle tante giornate fotocopia e ricomincierò a recitare in questo teatrino, con un sorriso sforzato, pronto a fingere di non stare male per l'ennesima sconfitta, citando frasi in cui non credo nemmeno più, sempre le stesse domande, le stesse paure. Incomincio a vedere le prime luci del giorno, qui non cambia quasi mai niente.  Ora guardo in alto, non ci sono più le stelle ma di nuovo il soffitto bianco, il pipistrello va a dormire e io inizierò il suo lavoro, il suo percorso buio che per me é alla luce del sole, ma il senso non cambia. Le mie illusioni non sono in vendita, sono sempre dentro di me e sono le uniche cose che nessuno potrà mai pilotare. Suona la sveglia anche se non mi sono ancora addormentato! Ogni giorno può essere l'ultimo giorno, anzi, ogni giorno è un ultimo giorno. E' ora di alzarsi e di tuffarsi fra chi non vuole ascoltare ma solo parlare, convinto di sapere tutto e di avere sempre ragione.