Wild Bus

18.10.2017 01:57

Ciao Marco Mathieu, quando riaprirai gli occhi, vedrai quante persone hanno sentito il bisogno di raccontare un aneddoto vissuto con te o che ti riguarda. Ci vorrà almeno una settimana per leggere tutti i messaggi che i tuoi amici ti hanno mandato in questi mesi. Questa notte il cielo è sereno, sono uscito sul balcone, ho guardato all'orizzonte le luci lontanissime della collina di Pino Torinese e ho pensato a te. Quando ero piccolo e guardavo verso Torino, vedevo quella città come la mia piccola America, immaginavo la vita di un mio coetaneo torinese completamente diversa da quella che facevo io che abitavo a Rodello, un paesino in campagna. Rimanevo a sognare per ore con le cuffie del walkman nelle orecchie e lo sguardo fisso su quelle colline, a volte mi sforzavo e mi sembrava di vedere un bagliore dietro, ero convinto che fossero le luci di Torino che illuminavano il cielo. Alla fine degli anni '80, facevo le scuole medie e stufo di dover sentire la musica che passavano le radio e di dover guardare i programmi con i cantanti che cantavano in playback e i telefilm con le risate finte in tv, grazie al mio vecchio amico Claudio Diotti, iniziai ad ascoltare il Metal. Non conoscevamo molti gruppi italiani, i dischi non si reperivano facilmente, ma su Metal Shock o su HM avevamo visto la recensione di un disco intitolato "Lo spirito continua" di un gruppo di Torino chiamato Negazione. Morivamo dalla voglia di ascoltarlo ma non sapevamo come. Non c'erano i telefonini, non c'era internet, non avevamo manco il computer, ma un giorno Claudio arrivò con una cassettina registrata dalla radio la sera prima. La stazione era Radio Flash e il programma si chiamava Wild bus, a condurlo era proprio il mitico bassista dei Negazione Marco Mathieu.Quel programma ci aprì la porta verso un nuovo mondo sconosciuto ma estremamente interessante chiamato hardcore punk.
La sera in cui c'era Wild Bus, con le nostre radioline facevamo le acrobazie con l'antenna per cercare di captare il segnale di
Radio Flash e ogni volta erano nuove scoperte. Cose importanti che hanno cambiato la mia vita, stimolato la mia curiosità e spinto a non accontentarmi di quello che c'è in superfice, nient'altro che una realtà costruita appositamente per lo spettatore/consumatore superficiale e passivo, mentre le sorprese interessanti non si trovano facilmente, bisogna faticare, scavare ed entrare nel mondo sotterraneo, dove ci sono le cose migliori. Pian piano ho imparato a conoscere la scena musicale potentissima di Washington DC, Gorilla Biscuits, Minor Threat, Fugazi, Youth of Today, ho sentito parlare per la prima volta di squat, straight edge, anarchici, vegani, ho conosciuto il punk italiano, le autoproduzioni, il Virus, le fanzine, Kina, Peggio Punx, Raw Power. Noi facevamo tesoro di tutte le informazioni che riuscivamo a carpire, era come volare per qualche ora in un'altra dimensione, un mondo che potevamo solo immaginare. Finita la trasmissione tornavamo nel nostro paese, con l'euforia di chi torna da un lungo viaggio con tanti regali e cose nuove da approfondire, ma qui nelle Langhe non succedeva mai niente, la gente parlava un'altra lingua, ci guardava come extraterrestri, nessuno sapeva le cose che sapevamo noi, a nessuno interessava quella musica strana e chiassosa e così mentre i nostri coetanei sognavano di comprarsi le Timberland o il Moncler, noi sognavamo di trovare nei negozi di Alba quei dischi che sentivamo su Wild Bus, ma qui certe cose non sono mai arrivate. La sera si finiva spesso a guardare le luci di quelle colline, immaginando tutti i concerti e il fermento di Torino che ci raccontava Marco. Il mondo e la vita erano dietro quelle colline così vicine ma ancora troppo lontane da raggiungere. Per questo ti devo dei ringraziamenti, mi hai fatto sognare un mondo che forse era solo nella mia mente, ma è stato comunque un bel sogno che in fondo non ho ancora smesso di sognare. Ciao Marco, torna presto quaggiù, ti aspettiamo, vogliamo sentire tante altre storie, altre esperienze come solo tu sai raccontare. "guarda in alto e stringi i denti, la morte è lontana"

"Dietro lamenti melodiosi, risuona la voce di un vecchio
a raccontare il senso di una vita, collezione di attimi
per le sensazioni più belle, ma lo spirito continua!
Leggo di me negli occhi di gente sconosciuta,
leggo di me in loro e non sono ostili,
ma il ricordo può uccidere il bisogno...
...non ho paura di quel rumore.
C'e` un lampo nei tuoi occhi che non potrò mai spiegarti,
mentre ti alzi e te ne vai, guardo verso una parola lontana...
...Il gioco di immagini è riuscito, esplode una risata sensuale...
Io sorrido sopra il mio odio, scoprendomi dentro un amore spesso negato"