Maturità

27.07.2012 10:41

Sono stufo di sentire sempre commenti e giudizi da chi dovrebbe guardare i propri difetti mentre si occupa solamente di quelli degli altri. Mi capita spesso e mi infastidisce parecchio, sentire consigli da chi si crede saggio e pensa di essere sempre migliore, soprattutto per quanto riguarda il mio modo di essere, che a detta delle persone normali é immaturo perché non sono sposato, alla mia età non ho figli, non ho i passatempi che hanno i miei coetanei. Questa situazione, effettivamente pesa un po' anche a me, non é bello essere soli, sentirsi sempre fuori posto, a disagio, però non ci posso far niente se non mi appassiono ad una squadra di calcio, se non giudico indispensabili le cose griffate, gli status symbol, se non ho le adeguate conoscenze per fare discussioni sui nominati del reality di turno. Sono considerato immaturo perché ascolto musica strana, passo ore a cercare vinili, spero ancora di trovare il modo per combattere le ingiustizie che affliggono anche i "maturi" mentre loro preferiscono farsi corrompere. Sono considerato immaturo da persone che guardano Amici, cartoni animati o film fantastici inverosimili, vanno tutte le domeniche allo stadio, fanno un abbonamento annuale carissimo, e tutti i fine settimana, invece di andare a fare una gita o a vedere qualcosa di bello con la loro famiglia "normale", prendono il pullman e seguono la propria squadra del cuore, fanno ore ed ore di viaggio per vedere una partita che spesso viene truccata per far tornare i conti delle scommesse e rischiano di prendersi le botte dai tifosi della squadra avversaria. Avranno così argomenti da affrontare il giorno successivo al bar o al lavoro e non vedranno tutti i diritti che vengono sottratti dai potenti. Sono considerato immaturo da chi sperpera lo stipendio o la pensione in videopoker o da chi spende 400 euro per una borsa firmata, da chi fa un mutuo per il ricevimento del matrimonio e dopo poco divorzia. Per essere maturi bisogna nascondere le proprie esigenze, le passioni, le cose che fanno star bene per dar spazio al grigio alla normalità, a quello che fanno tutti, perché solo quelle sono le cose autorizzate, ufficiali per star bene.
Da parecchi anni cerco di fare una vita "normale" e mi spaventa la ripetitività, mi spaventa il fatto che non distinguo un anno da un altro, un giorno
da un altro, a volte vado a cercare la macchina dove l'ho parchegggiata il giorno prima perché in quella giornata sono successe le stesse cose del giorno precedente, riesco spesso a prevedere quello che le persone mi diranno, le domande che mi faranno. Una vita passata a pagare debiti, bollette e non avere niente di concreto in mano, solo per essere in regola per poter avere il permesso di sopravvivere, neanche quello é gratis.
Le persone "normali" sono gli schiavi felici, che si divertono con quello che i potenti hanno chiamato intrattenimento, che seguono un determinato
percorso, scuola, lavoro, famiglia.Tutta questa oppressione porta a fare gesti imprevedibili come capita sempre di più anche in Italia. Mi infastidiscono parecchio anche le persone che dicono che sono viziato come tutti i figli unici e alla mia età sono ancora troppo legato ai genitori. Ripetono luoghi comuni degni di un buonismo alla forum, dove ogni persona si ritiene migliore perché ha fatto certe esperienze e pensa che anche gli altri le debbano fare per crescere. Per essere veramente liberi insomma si deve rischiare, fare sacrifici. Tutti pensano di essere gli unici ad avere alle spalle dolori, sofferenze, rinunce e credono che il loro modo di affrontare queste situazioni sia l'unico possibile, il solo che possa far crescere e rendere forti. Sono tutti psicologi a parole, tante parole, forse oggi ci sono troppe parole, c'é troppa teoria ma non si mette mai in pratica niente. Pensano che uno, solo perché é figlio unico sia un parassita che non fa un cazzo dalla mattina alla sera e aspetta che siano gli altri a fare anche quello che dovrebbe fare lui. Vorrei far provare a tutte queste persone che cosa significa. Io sono figlio unico, anche i miei genitori sono figli unici. E' vero che non avere parenti molte volte si rivela un bene perché spesso non si sopportano, ma nessuno pensa mai al fatto che nei momenti difficili non c'é mai un minimo aiuto o supporto da nessuno, quando ci sono problemi che arrivano da tutte le direzioni, soprattutto di salute. I miei genitori inizano a diventare anziani e quasi ogni anno devono andare all'ospedale, ogni giorno hanno bisogno di qualcosa, provate a pensare, voi che avete una famiglia numerosa e guardate con disprezzo i figli unici. Quando ci sono delle difficoltà vi alternate, ad esempio nell'assistenza ma anche quando ci sono problemi economici, avete un po' di respiro potete dividere una grossa cifra, se non si può fare a meno di comprare qualcosa di costoso. Voi però siete i primi a giudicare. Se il figlio non é presente, perché quando ci sono delle mancanze  dite che se ne frega, quando invece ci si rende conto che i genitori non possono affrontare delle situazioni da soli, allora il figlio presente diventa viziato, non riesce a staccarsi dai genitori alla sua età. Avete rotto con i vostri discorsi saggi teorici, venite a darmi una mano se é tanto semplice essere indipendente in questi tempi. Sento già i vostri pensieri. "Le cose basta volerle, dici così perché in fondo ti va bene così" le stesse cose che mi dicevano quando avevo la depressione. "Stai male perché vuoi stare male, basta volerlo e ti passa" . Certo, voi perfetti esemplari di uomini non avete questi problemi, volete far vedere che riuscite ad essere indipendenti ma poi vi fate prestare i soldi dai vostri colleghi perché non arrivate a metà mese, ma voi avete tagliato il cordone ombelicale, e avete preferito il cordone stretto al collo dello sfruttamento e dei ricatti del lavoro interinale. Quando ho problemi e non mi posso permettere certe cose, normalmente rinuncio o mi faccio prestare i soldi dai miei, non vado a chiederli a chi é nelle mie condizioni se non peggiori. La maturità é un concetto che non é per tutti uguale, penso di essere circondato da tantissime persone immature, la differenza é che io non giudico, non dico che devono cambiare perché la mia maturità é quella giusta, semplicemente do la priorità ad altre  cose. Bisogna sempre rendere conto alle persone di quello che si fa, come mai non hai ancora fatto una determinata cosa, quando pensi di farla o perché non la vuoi fare, così poi ti sentirai dire che hai sbagliato, che loro avebbero fatto diversamente, che non dovevi farlo, avresti dovuto fare come avrebbero fatto loro. No, non mi trovo bene in questo mondo, ma non é una questione di luogo, questa insoddisfazione mi seguirebbe ovunque, magari in alcuni posti ce ne sarebbe un po' meno ma ci sarebbe comunque. E' la mia asocialità, é il mio non trovarmi mai bene, mai a mio agio, forse sono un'anomalia e si sa, oggi si ragiona con la logica produttiva aziendale, le anomalie vanno risolte, vanno eliminate se non si riesce a farle rientrare nella normalità.
Disillusione, sfiducia é quello che provo, a volte manca proprio la voglia di continuare, di andare avanti ma poi per fortuna penso che ci sono
alcune cose, alcune persone e per questo mi rendo conto che vale la pena vivere anche contromano anche con mille difficoltà, per fortuna arriva sempre la notte quando le persone "normali" vanno a dormire.