L'odore della pioggia

11.04.2013 02:19

 

 Oggi finalmente si é visto un po'di timido sole, anche se la temperatura é stata ancora piuttosto bassa. Nei giorni passati, spesso ho avuto l'impressine di essere tornato in autunno, sempre la pioggia, ogni giorno con il cielo bianco, purtroppo tutto terribilmente normale nelle Langhe, dove anche d'estate non esiste l'afa. Un giorno però é capitata una cosa strana. Come un vecchio amico del quale quasi ci si dimentica, dopo anni passati senza vederlo, é tornato a trovarmi l'odore della pioggia, tale e quale a quello che sentivo venti anni fa, quando mi fermavo ad Alba di pomeriggio, dopo la scuola, andavo al barrozzo in Piazza San Giovanni e poi con i miei amici a fare un giro a piedi, in via Maestra e nei negozi di dischi. Ricordo ancora molto bene il sapore amaro della birra, le diana blu, i tanti caffè e una presenza quasi costante: l'odore della pioggia appunto. Il cielo bianco c'era già allora, la mia é stata un'adolescenza passata con poca luce e l'acqua che veniva sempre giù dal cielo. Mentre sorpreso mi perdevo in questi ricordi portati da questo odore, con la mente che viaggiava rapidamente nel tempo, preso da una forza misteriosa, ho sentito il bisogno di andare ad Alba immediatamente in quei posti dove sono cresciuto. Appena salito in macchina mi é parso di essere sulla mia vecchia renault 19, con il mangianastri, Ho messo "Black hole sun" dei Soundgarden, avevo registrato una cassetta solo con quella canzone, per quarantacinque minuti. Durante il viaggio incredibilmente mi sono ritrovato negli anni '90. Appena arrivato ad Alba, dopo aver parcheggiato, come al solito sotto la tettoia della "puntina", mi sono diretto a piedi in piazza San Giovanni, ho notato subito il barrozzo, sotto i portici, dove é sempre stato, ma ora non c'é più Carmelo, bensì un nuovo proprietario e non c'é più nemmeno il vecchio locale ma un bar moderno, pulito, elegante che però non mi comunica niente. Dopo essere entrato, come al solito d'istinto, prima di tutto sono andato a dare un'occhiata nella saletta interna, al tavolo che che si trovava all'angolo vicino al bagno, quello era il mio posto fisso, ma é cambiato tutto, non c'é nemmeno più la saletta interna, tuttavia per un attimo ho immaginato di vedere Luca che si rollava una sigaretta con il drum e Claudio con una borsa piena di vinili. Se fosse stato vero, saremmo partiti con la sua panda per andare in qualche pub; eravamo sempre in giro, di solito di notte, per strade deserte e buie a parlare e a fantasticare, con tanta musica nel mangianastri. Ricordo in particolare "four hearts in a can" degli Smog che sembrava parlasse di noi: "Four hearts in a can, speeding through the countryside and they're driving as fast as they can.Trying to outrun four thousand problems,trying to outrun four thousand girls". A ripensarci non abbiamo mai concluso niente, però non dimenticherò mai quelle notti importanti e quasi sempre con noi c'era l'odore della pioggia. In quel periodo tutto sembrava possibile, bastava un po' di fantasia e non c'era un limite ai sogni. Ricordo i primi esperimenti con la musica, che era ed é ancora oggi un rifugio sicuro da tutto ciò che fa male e poi sempre in quegli anni sono nati i primi amori "seri", grandi e fragili come capita sempre a quell'età. Ho ancora vivo il ricordo dell'emozione che provavo quando riuscivo a "tagliare" da scuola con una ragazza che mi piaceva ma che puntualmente aveva già il fidanzato, sempre più vecchio di me, bello, intelligente, con molti pregi in più, apparentemente impossibili da eguagliare, senza problemi e con la macchina bella. Tutto questo non era comunque un ostacolo, perché per me, quelli erano attimi favolosi, niente mi impediva di sognare e immaginare, magari anche solo su una parola fraintesa, uno sguardo che pensavo avesse un sottinteso che in realtà non c'era. Si usciva dal bar, salutando Carmelo e via in strada. Come amavo l'amica pioggia in quelle occasioni, c'era la scusa per poter stare accanto a quella ragazza che mi faceva sognare sotto lo stesso ombrello e così fino a sera quando l'accompagnavo alla fermata dell'autobus. Sempre stretti abbracciati, ero la persona più felice al mondo solo per questo! Mentre tornavo a piedi da solo dopo averla accompagnata, continuavo a volare con la mente, con la speranza di aver fatto una buona impressione, mi convincevo che un giorno, anche lontano, lei avrebbe scelto me. Pensavo che sarebbe stato bellissimo se fossi stato io il suo fidanzato e mentre, ad ogni mio pensiero, in ogni attimo, con me c'era sempre quell'odore di pioggia. Lo stesso odore che sentivo quando aprivo la finestra nei pomeriggi in cui ero a casa, fuori pioveva e andando molto a rilento con lo studio, fra musica e sigarette tenevo sempre vicino il vecchio telefono fisso, quello con la ruota, ogni tanto suonava, speravo, ogni volta che fosse lei, ma generalmente erano altre persone, oppure, quando stavo minuti e minuti indeciso prima di telefonarle e quando mi decidevo avevo sempre il terrore di restare senza parole per la troppa emozione, o ancora quando mi mettevo a scrivere lettere che magari poi non avevo nemmeno il coraggio di consegnare e intanto fuori pioveva. La sera a casa, senza facebook, internet, senza nemmeno il pc o il cellulare usavo la fantasia, con l'aiuto di un po' di musica per sentirmi vicino alle persone che mi mancavano. Quelli erano problemi importanti, veri che riguardavano i sentimenti, oggi invece? La performace, l'obiettivo da raggiungere, le bollette che si accumulano. Mentre stavo continuando questo sogno ad occhi aperti, la voce del cameriere mi ha fatto violentemente tornare al presente:

-Desidera?

-Un caffé, devo aver risposto senza troppa convinzione, in realtà quello che desideravo non si potrà mai realizzare perché mi sono reso conto che non é facile fare rinascere certe emozioni e quello che vedevo era un miraggio. Non pensavo che mi sarebbero mancati così tanto quei pomeriggi che allora sembravano vuoti. Dopo aver realizzato che ero solo e aver bevuto il caffé, fuori dal bar ho subito notato un po' meno forte l'odore della pioggia, ho iniziato a camminare e sono passato davanti alla mia vecchia scuola, mi sono fermato e ho guardato il cortile dove andavamo a fumare prima di entrare,ogni giorno, tutti appoggiati alla ringhiera e quando arrivava la preside ci sbrigavamo a nascondevano la sigaretta di fianco e bruciavamo la maglia del vicino, infatti avevo tutte t-shirt bucate in basso ai lati! Non credevo si potesse pian piano perdere l'entusiasmo e diventare come una macchina, eppure é proprio così. Dopo aver fissato per un po' le tapparelle abbassate della scuola mi sono riavviato, ho sentito tornare un lieve malessere al pensiero che con le persone che frequentavo, ora non c'é quasi più niente o almeno, non c'é nemmeno il più piccolo progetto. L'unica cosa positiva é che i momenti di tensione e le incomprensioni con il tempo si dimenticano e rimangono solo i ricordi migliori. Dopo questa strana giornata di viaggi mentali, mi sono accorto di non aver incontrato nessuno dei vecchi amici, anche se Alba non é cambiata molto, i posti che frequentavo non ci sono più. Ho sentito poi sparire pian piano l'odore della pioggia e arrivare un gusto amaro in bocca e un buco allo stomaco. Sotto la tettoia ad aspettarmi non c'era la vecchia Renault 19 ma una Fabia, subito é tornato il mio solito disagio e un po' di inquietudine. Spero comunque che ogni tanto torni a trovarmi l'odore della pioggia, a volte, penso faccia bene estraniarsi perché spesso penso di essere diventato un robot; fa bene ogni tanto rallentare o fermarsi e guardare gli altri continuare questo assurdo teatro. E' giusto ogni tanto andare nella direzione opposta a quella della massa. Chi l'avrebbe mai detto, ho imparato ad apprezzare anche una giornata piovosa, proprio io che amo l'estate e il sole, ma in questo periodo mi trovo bene anche in questa condizione; forse é la vecchiaia che inizia a farsi sentire. Il mio passato é tutto dentro me e lo conservo come un tesoro, anche i momenti brutti hanno contribuito a formare il mio carattere chiuso, introverso con poca voglia di crescere, se crescere significa diventare freddi e indifferenti. Era da tanto che non sentivo l'odore della pioggia, é strano ma in qualche modo sento che mi ha portato un po' di coraggio, proprio ora che sento il bisogno di trovare un conforto, una sicurezza e la necessità di calore, non quello atmosferico ma quel delicato tepore che si prova quando due persone rimangono abbracciate sotto lo stesso ombrello. La sensazione é quella di avere la forza per affrontare anche il diluvio, persino le più grandi difficoltà, in questo modo, insieme. L'odore della pioggia é tornato per ricordarmi che chiuso in me stesso non vado da nessuna parte; é ritornato per farmi capire che devo ricominciare ad apprezzare anche le cose scontate, persino le più piccole, per non fare morire quel bisogno di avere una persona importante da abbracciare. Questa forza scalda più del sole, più di un premio produzione, più di un successo. Questo é fondamentale, questa é la vita, l'esigenza di proteggere e di essere protetti. Voglio tornare ad accompagnare l'amore alla fermata dell'autobus sotto la pioggia e aspettare che mi saluti dal finestrino, desidero di nuovo sentire il brivido del rischio di una "tagliata" da scuola. Vorrei partire e sapere che in un ipotetico barrozzo che non esiste più, ci possa essere qualcuno che mi aspetti per continuare a parlare di musica, di progetti, di rivoluzioni, in barba agli anni e al tempo che passa. Non é completamente impossibile, anche se penso a come si cambia! e probabilmente in peggio, tutto diventa più freddo in una realtà senza colori, senza sfumature; tutto é uguale, un senso unico e un solo odore che non comunica emozioni, come se un muro grigio colorato dai graffiti,venisse ridipinto con il colore iniziale apatico. Tutti hanno la necessità di sognare, ma più passa il tempo e più diventa difficile. Diventiamo sempre più chiusi perché ci sono troppi problemi per sopravvivere e non riusciamo più a ricordarci che cosa vuol dire vivere. L'attesa di una telefonata, un messaggio, un pensiero valgono più di tante altre cose che oggi riteniamo importanti, ma ormai il delicato odore della pioggia e coperto da altre puzze che portano solo egoismo. Il cuore batte in modo diverso, é diventato gelido e meccanico come un orologio, mentre prima accelerava e rallentava, provava sensazioni intense. Non abbiamo più tempo di occuparci di quello che abbiamo dentro, siamo dovuti crescere; ma se tornerà l'odore della pioggia sarò contento. Lo sto già aspettando.