Il popolo del web

30.06.2017 01:58

Non frequento più molto facebook, un po' di anni fa lo trovavo più interessante, poi sono arrivate le bufale, le notizie incredibili, le pagine acchiappalike, quelli che fanno i post in stampatello che iniziano sempre con le tre croci +++
Appena apro fb e vedo nella home queste cose mi viene subito voglia di spegnere, poi mi trattengono un po' gli amici che pubblicano poesie o che scrivono qualcosa di loro pugno senza ricorrere ai link con citazioni già pronte, mi trattiene la musica e poco altro. La situazione è peggiorata da quando è stata data la definizione "popolo della rete" o "popolo del web". La società ha sempre bisogno di catalogare tutto, raggruppare le persone in qualche modo e quando lo fa, nel gruppo devono essere tutti uguali, pensare allo stesso modo, fare e dire le stesse cose. Si cade nei luoghi comuni più beceri, "i vegani non uccidono neanche le pulci" "quando c'era LUI le cose funzionavano" "pensi che siano le multinazionali a governare il mondo? Allora sei un complottista e credi anche ai rettiliani" Io ho uno spirito libertario, ho sempre odiato quelli che mi obbligano a fare cose che non voglio o che non mi interessano, non ho mai sopportato le etichette, non voglio far parte di nessun popolo, tantomeno di quello del web. Voglio essere libero, sono Corrado, sono una persona e basta. Non mi schiero con una squadra, con un partito, con un gruppo di persone. Purtroppo faccio quello che mi dice un presidente, un leader, un padrone, però, non perché credo in quello che dice, ma perché sono obbligato a farlo, perché vivo in una società impostata così, c'è una minoranza di gente che comanda, che dirige e poi ci sono tutti gli altri che sono convinti di essere liberi perché riescono a fare cose stabilite dall'alto: avere un lavoro per fare debiti per cose inutili, sposarsi, non far estinguere la propria stirpe, andare qualche giorno all'anno in vacanza in posti esotici lontanissimi, abbonarsi ad una pay tv, andare allo stadio o agli aperimerda. Mi sento straniero in Italia ed extraterrestre nel mondo, mi adatto alla vita che si fa qui, ma non è la mia. Il popolo del web è sempre pronto a giudicare, condannare e banalizzare le cose. Qualche giorno fa è avvenuta la tragedia della mamma che ha dimenticato la bambina in macchina. Ci sarebbe da fare un lungo discorso su questo, io però mi soffermo solo sulla reazione del popolo del web che si è scatenato a chiedere il massimo della pena perché se questa persona aveva problemi e stava male doveva farsi aiutare. Sono tutti paladini della giustizia, supereroi della tastiera, sicuri che a loro una cosa del genere non sarebbe mai potuta capitare. Non capiscono che questa madre la pena se l'è già inflitta da sola per tutta la vita, non potrà mai perdonarsi, ma questo non basta, c'è il bisogno di insultare, servono i like; persone sconosciute si sono sentite in diritto di andare sulla sua bacheca ad insultarla e improvvisamente l'hanno messa sullo stesso piano di Toto Riina o di chi ha ucciso volontariamente il figlio. L'importante è avere un bersaglio, un mostro da infangare perché il popolo del web è sempre onesto, coraggioso, rivoluzionario, pronto a filmare ogni violenza, ogni pestaggio, ma... di nascosto, per postare video ma non intervenire o cercare di cambiare le cose, solo per avere tante visualizzazioni. Non mi trovo bene con il popolo del web, bigotto, chiuso, falso, il web non mi pare più un angolo di libertà, un sogno, un rifugio. Forse è addirittura la vita reale ad aver rovinato la realtà virtuale, facebook sembra sempre di più l'Italia e il mondo di oggi, non è più un'utopia, per questo non mi piace più